L'ipotesi è quella di disastro ambientale da parte della ex Italsider e della ex Eternit di Bagnoli. Per la mancate bonifica sono indagate 21 persone e le zone in questione sono state poste sotto sequestro. L'inchiesta è condotta dal pm Stefania Buda con il coordinamento dei procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fraiasso. Dagli esami dei materiali prelevati dalle zone "Incriminate" è emerso un notevole inquinamento dell'area. Secondo la procura, le vicende legate alla bonifica delle aree di Bagnoli sono avvenute «in un contesto generalizzato di conflitto d'interesse». I pm ipotizzano che «tutti gli enti pubblici istituzionalmente preposti al controllo dell'attività di bonifica, quali Arpac, Comune e Provincia di Napoli, si sono venuti a trovare».
La bonifica di Bagnoli, costata 107 milioni di euro, non solo è stata solo «virtualmente effettuata» ma avrebbe di fatto «comportato una miscelazione dei pericolosi inquinanti su tutta l'area oggetto della bonifica con aggravamento dell'inquinamento dei suoli rispetto allo stato pre bonifica».