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Fabrizio Corona scrive dal carcere alla redazione di Verissimo “Stare in prigione è come morire lentamente”

Venerdì, 22 Novembre 2013. Nelle categorie Moda, Primo Piano

Fabrizio Corona scrive dal carcere alla redazione di Verissimo “Stare in prigione è come morire lentamente”

In questi giorni ha potuto finalmente riabbracciare il figlio Carlos che, accompagnato dalla madre Nina Moric e dalla nonna, gli ha fatto visita in prigione. Fabrizio Corona, dopo mesi di silenzio, torna anche a parlare e lo fa con una lettera scritta dal carcere di Opera, indirizzata alla redazione di "Verissimo. "In caceresono diventato migliore".

"A chiunque incontro e mi chiede come sto - scrive Fabrizio - rispondo sempre la stessa cosa: 'Sto bene, molto bene'. Ma risponderei così anche dopo 30 coltellate, sanguinante, in fin di vita. Ho sempre risposto così, a tutti. Penso che dopo la scoperta di una grave malattia, il carcere sia la cosa più brutta che possa accadere ad un uomo. È la realtà dell'inferno in terra, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell'indifferenza istituzionale. Io però, in questo momento, non provo più rabbia, né rancore per chi mi ha condannato e inflitto questa pena così eccessiva e così assurda, ma anzi lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di capire tante cose, mi ha aiutato a riconoscere i tanti sbagli, ad ammettere gli errori, a guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e a capire finalmente, a quasi quarant'anni, chi sono e cosa voglio veramente".

"Il mio avvocato - prosegue Corona nella missiva - mi dice sempre: 'Sii forte del fatto che ciò che è giusto alla fine vince', e io continuo a combattere come ho fatto dal primo giorno che sono entrato in questo nuovo mondo, con questa nuova vita, per dimostrare che nei momenti di difficoltà si deve niente affatto ripiegare le ali, abbassare il tiro, ma anzi, tentare di rilanciarsi lavorando sui propri margini di miglioramento e sulla riscoperta dei valori veri e dei sentimenti come l'orgoglio e il coraggio, perché alla fine, quello che conta veramente (nothing else matter) è il carattere e il cuore che metti nella tua vita. Bisogna saper rispondere alla disperazione con un sorriso di sfida e il dito medio alzato. E questo, oggi, deve essere d'esempio e di aiuto ai molti che pensano di non farcela e decidono di lasciarsi andare... Io non l'ho fatto e mai lo farò!".

La lettera dell'ex manager dei paparazzi continua e si conclude con un saluto alla Toffanin: "Stare in prigione in questo paese è come morire lentamente, ma io continuo a vivere lo stesso, di notte, nei miei sogni, anche attraverso i ricordi di quella che è stata la mia incredibile vita: le tante emozioni provate, il grande amore dato e quello ricevuto, convinto, ancora oggi, che i sogni, se li desideri veramente e fai di tutto per raggiungerli, prima o poi diventano realtà. Oggi, chiuso dentro la mia cella, la numero 1 del primo reparto del carcere di massima sicurezza di Opera, guardandovi seduto dal mio sgabello di legno mezzo rotto, attraverso un minuscolo televisore degli anni Settanta, voglio vedere mia madre sorridere: ha già pianto e sofferto troppo. Un bacio e un ringraziamento speciale a te, Silvia. Con affetto". (gossip.it)

Schiave per 30 anni in una casa di Londra 3 donne sono state liberate

Venerdì, 22 Novembre 2013. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano

Schiave per 30 anni in una casa di Londra 3 donne sono state liberate

Tre donne sono state liberate dalla polizia con un blitz in un'abitazione nel sud di Londra, in seguito alla denuncia di una donna che ha dichiarato di essere stata tenuta segregata in casa, praticamente in stato di schiavitù, per 30 anni.

Si tratta di una 69enne proveniente dalla Malaysia, una 57enne irlandese e una britannica di 30 anni. Due persone, un uomo e di una donna, entrambi di 67 anni, sono state arrestate. Un documentario tv sui matrimoni forzati e' stata la molla che ha fatto scattare la denuncia da parte di una delle donne che sostengono di essere state tenute relegate in casa a Londra e che oggi sono state liberate. Una di loro e' riuscita a contattare un'associazione di cui si parlava nel documentario ed e' scattata la denuncia, da cui le indagini della polizia che hanno portato alla 'liberazione' oggi e a due arresti.

Oltre 1,7 miliardi di dollari per il divorzio del magnate Murdoch

Giovedì, 21 Novembre 2013. Nelle categorie Primo Piano, Notizie

Oltre 1,7 miliardi di dollari per il divorzio del magnate  Murdoch

Potrebbe diventare il divorzio più costoso della storia; il magnate Murdoch infatti st divorziando dalla sua 3° moglie Wendi. Supererebbe così il suo il record di 1,7 miliardi di dollari, sempre appartenente allo stesso Murdoch quando si lasciò con la sua seconda moglie Anna.

Secondo indiscrezioni, alla moglie Wendi è stato destinato il super attico su tre piani sulla Quinta Strada a New York, che la coppia aveva acquistato per 44 milioni di dollari nel 2005, una volta di proprietà di Laurence Rockfeller. Ma anche la prestigiosa casa di Pechino, ristrutturata e arricchita con opere d'arte.

La favola di Murdoch e Wendi era iniziata nel 1998, in Cina, dove il miliardario si trovava in viaggio di lavoro e la tigre lavorava in una divisione di News Corporation.

I due si sono sposati nel 1999, 17 giorni dopo l'ultimo divorzio di Murdoch dalla moglie Anna, al porto di New York a bordo di uno yacht di 47 metri, il Morning Glory, ora in vendita.