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Rocco Casalino, si racconta nel libro biografico: dalle violenze subite, alle cene con i potenti

Venerdì, 12 Febbraio 2021. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Rocco Casalino, si racconta nel libro biografico: dalle violenze subite, alle cene con i potenti

"Il portavoce-La mia storia" in uscita il 16 febbraio le rivelazioni toccanti dell'ex gieffino

Le confessioni di avere un padre violento, alcolizzato. Le notti passate a dormire con la sorella nella vasca da bagno, perché quella era l’unica stanza che si poteva chiudere a chiave per difendersi dal genitore che picchiava. E quando si trova davanti a quest’ultimo, sul letto di ospedale, lo guarda e dice: «Muori. Devi morire». Poi: «Pronuncio queste parole con lingua ferma. Senza rabbia. Parole ferme, dure, normali... Sono sollevato. Tutto il male che mio padre aveva fatto a mia madre, a me e mia sorella...». È uno dei passaggi privati e più duri, anticipati da La Verità, che Rocco Casalino rivela nella sua autobiografia: Il portavoce-La mia storia, edito da Piemme, la cui uscita è slittata al 16 febbraio a causa della crisi di governo.

Nelle 272 pagine il portavoce del premier uscente Giuseppe Conte ripercorre la sua vita: Casalino, figlio di emigranti pugliesi, viene bullizzato dai compagni di scuola nel periodo in cui la sua famiglia vive in Germania. Nell’autobiografia ci sono poi gli anni dello studio, la laurea in Ingegneria, la fatica a trovare una strada e soprattutto un lavoro.


Quindi, il 2000. Prima edizione del Grande Fratello:16 milioni di spettatori. Casalino si tuffa ai provini e dice: «Sono qui con la mia ragazza, ma mi piacciono anche gli uomini». Arriva quasi in finale, ma in quei 93 giorni, con le telecamere fisse addosso, lui riesce a fare il grande salto mediatico e diventa «Rocco».
Tenta la strada politica (a sinistra), ma va male. E allora, folgorato dai Vaffa day di Beppe Grillo, vira bruscamente verso il Movimento e gli anticasta. Una scalata. Prima diventa l’ideologo della macchina comunicativa dei grillini. E nel 2018 «ingegnere» dell’immagine di Giuseppe Conte: «L’avvocato del popolo».