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Il Colosseo si rinnova, cammineremo dove una volta combattevano i gladiatori
Presentato il nuovo progetto per la ripavimentazione del monumento di epoca romana
Il ministero della Cultura ha presentato il progetto per costruire una piattaforma che ripristinerà lo spazio dell’arena al centro del Colosseo, a Roma, sopra alle strutture murarie dei sotterranei attualmente scoperti. La piattaforma, secondo il ministero, contribuirà alla conservazione del monumento e lo doterà di un’arena utilizzabile durante eventi culturali e visite turistiche. Il progetto, per il quale sono stati stanziati 18,5 milioni di euro, fu avviato nel 2015 con estese indagini preliminari per capire quale fosse il tipo di intervento più efficace. Lo scorso dicembre è stato poi pubblicato il bando di gara, vinto dalla società Milan Ingegneria, che in passato si è occupata spesso di restauri e recuperi di palazzi storici come lo Spedale degli Innocenti di Firenze e Palazzo Turati a Milano.
La nuova piattaforma del Colosseo sarà una struttura piuttosto complessa costituita da pannelli di fibra di carbonio rivestiti in Accoya, un particolare tipo di legno lavorato in modo da renderlo più robusto e resistente alle intemperie, motivo per cui viene utilizzato spesso per rivestimenti esterni. Alcuni pannelli potranno essere ruotati e mossi lungo il telaio quasi “a scomparsa”, così da rendere visibili gli ambienti ipogei, cioè quelli inferiori al piano di quella che una volta era l’arena.
«Credo che sia un insieme di tutela, conservazione intelligente e innovazione tecnologica» ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini. La piattaforma «si potrà calpestare stando al centro del Colosseo, vedendo il Colosseo come l’hanno visto tutti i viaggiatori fino alla fine dell’Ottocento».
L’idea di ripristinare l’arena del Colosseo era venuta inizialmente all’archeologo Daniele Manacorda nel 2014, quando era in carica il governo Renzi. Allora il ministro della Cultura era sempre Franceschini, che fece propria l’idea e avviò l’iter di progettazione, nonostante già all’epoca ci fossero state molte polemiche di archeologi e altre personalità contrarie all’idea di un lavoro percepito come invasivo su uno dei monumenti più importanti e noti al mondo.