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Depeche Mode in concerto: il requiem rock emoziona la città eterna

Giovedì, 13 Luglio 2023. Nelle categorie Primo Piano, Musica, Notizie

Depeche Mode in concerto: il requiem rock emoziona la città eterna

Dave e Martin evocano lo spirito di Andy Fletcher nel «Memento Mori Worldwilde Tour»

I rintocchi sintetici che accompagnano l’ingresso sul palco della band segnano l’inizio del rito, mentre Dave Gahan con il suo passo elegante si dirige verso l’asta del microfono. La morte viene chiamata con il suo nome subito, già nel primo pezzo, “My cosmos is mine”, caratterizzato da beat e ritmiche cupe, tribali.

I teschi abbaglianti, il palco tinto da infernali luci rosse e i macabri spettri che aleggiano nel disco Memento Mori, con i Depeche Mode diventano un’ode alla vita. Dopo la scomparsa di Andrew Fletcher, sono rimasti l’intenso frontman Dave Gahan (61 anni) e il tormentato poeta-musicista Martin Gore (ne compirà 62 il 23 luglio).

Il tour che mercoledì, dallo stadio Olimpico di Roma, ha aperto i live italiani della band di Basildon — sarà anche a Milano (il 14 luglio) e Bologna (il 16) — è il primo senza l’amico e co-fondatore Fletch. Due ore di musica che, a parte una manciata di brani dall’ultimo album, su più di venti canzoni in scaletta, ha pescato da una buona parte della produzione dei DM.

La scenografia è ridotta al minimo: una «M» (che richiama le scritte sulla copertina del nuovo disco) è sovrapposta al gigantesco schermo in fondo alla scena (altri due sono sistemati ai lati del palco). Dal centro del palco una passerella taglia a metà la folla per le incursioni di Dave — e qualche volta anche di Martin — fra il pubblico. Tutto il resto lo fa la musica e il carismatico Gahan: volteggia sul palco, ancheggia come Mick Jagger anche se, con la giacca glitterata, il gilet e gli occhi bistrati, somiglia più a un abile e mefistofelico cabarettista della Germania anni 20.

Quarant’anni fa erano partiti in quattro, adesso i Depeche Mode si ritrovano in due ad affrontare la potenza del loro synth-pop che scuote gli stadi. Più uniti ora che in passato, quando toccava ad Andy essere il punto di equilibrio della band. Sul palco, a sostenere l’energico muro del suono ci sono il batterista Christian Eigner e il polistrumentista Peter Gordeno, in tour con la band dalla fine degli anni Novanta.

L’avvio dello show è con le nuove canzoni: i sinistri ritmi percussivi di My Cosmos Is Mine (Nessun dolore, nessun sudario/Nessun respiro finale/Nessuna morte insensata) e la kraftwerkiana Wagging Tongue. Il ritmo si intensifica, via la giacca, Gahan intona Walking In My Shoes e partono i primi cori. Su It’s No Good si sollevano le istanze ecologiste care alla band.

L’atmosfera si scalda, i 55 mila cantano e ballano su Everything Counts con Dave che incita il pubblico e agita l’asta del microfono. L’incalzare di batteria e chitarra accompagna Precious.

La parte più cupa dello show si apre con Speak to me accompagnate da immagini di croci che si stagliano su un cielo grigio. Gore si prende la scena, fra gli applausi, per cantare Question of Lust e Soul With Me , lasciando rifiatare Gahan che quando torna in scena dice del compagno: «Glorious», spazzando via le tensioni del passato. Chitarra, batteria e sintetizzatore tessono la melodia di Ghosts Again, mentre si vede il video con Martin e David impegnati in una partita a scacchi, citazione del film del 1957 Il settimo sigillo di Ingmar Bergman.

L’urlo di I Feel You spazza via l’aria nera calata sullo show, il finale del brano è tutto per la batteria impetuosa di Eigner. Il ritmo torna ad alzarsi e vira verso la techno rock con A Pain I’m Used To. L’omaggio a Fletch arriva con World in My Eyes: l’immagine in bianco e nero di un giovane Andy ricopre gli schermi, la fotografia lentamente cambia fino a mostrare il musicista di Nottingham mentre si porta una mano al viso, in un famoso ritratto scattato da Anton Corbijn. Alla fine poche parole: «Un applauso per l’amico Andy Fletcher».

La granitica Enjoy The Silence è impreziosita dalla chitarra di Gore mentre lo schermo si illumina di teschi colorati con su scritto: «Enjoy!». L’abbraccio fra Martin e Dave avviene alla fine della struggente Waiting for the night, durante i bis. Ma la voglia di tenerezza dura poco: si balla su Just Can’t Get Enough e si termina con il trascinante techno-blues Personal Jesus.

I Depeche Mode torneranno in Italia anche nel 2024: al Palalpitour di Torino (il 23 marzo) e al Mediolanum Forum di Milano (il 28 e il 30 marzo).