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Delitto di Senago: l'assassino scriveva a Giulia dopo 4 giorni dalla morte

Lunedì, 05 Giugno 2023. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Delitto di Senago: l'assassino scriveva a Giulia dopo 4 giorni dalla morte

"Tata batti un colpo; falla finita con questa storia"

L'assassinio della 29enne Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, continua a tormentare non solo la famiglia e gli amici, ma tutta l’opinione pubblica. Ora dopo ora emergono nuovi dettagli sul killer, il fidanzato 30enne Alessandro Impagliatiello, che ha confessato di averla accoltellata per lo stress di tenere in piedi anche un’altra relazione, con una collega del bar in cui lavora a Milano. Il barman avrebbe chiesto alla ex di vedere il figlio di otto anni, ma gli è stato negato. È successo poco prima del ritrovamento del corpo di Giulia: ha tentato per due volte di bruciarlo (prima nella vasca da bagno con l’alcool e poi in garage con la benzina), poi lo ha chiuso nel bagagliaio dell’auto portandolo in giro con sé per giorni e infine lo ha collocato in un’intercapedine, a pochi chilometri da casa.
I messaggi tra Giulia e l'omicida
Sono emersi i dettagli di alcuni messaggi scambiati tra la vittima e il carnefice. Dopo l’incontro chiarificatore con l'altra donna, Impagnatiello le scrive che la ama. Giulia risponde: «Ti amo… wow. Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora». E ancora: «Che gran pezzo di merda che non sei altro. Quella è casa mia e tu non ci devi far entrare nessuno. Hai capito? Quanto fai schifo alla razza umana». Poi si continua: «Hai fallito nella vita. Due figli con due madri diverse. Che tu possa affogare nella merda che ti crei da solo. Sto tornando a casa. Fatti trovare». Prima di arrivare alla loro abitazione, Giulia telefona anche a un'altra amica, dicendole che, nonostante tutti i sacrifici per «andare via dal meridione» probabilmente tornerà al Sud. Ma non ci arriverà mai, perché tornata in casa, dopo una discussione e dopo che lui ha mangiato una piadina, la raggiungerà in cucina pugnalandola alla gola. L'omicida ha detto che la vittima non ha gridato.

Quattro giorni dopo averla uccisa, il killer continuava a mandarle messaggi whatsapp: «Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così» e ancora «Tata batti un colpo, falla finita con questa storia». Dal «baby dove sei!!!» al «ci stiamo preoccupando tutti», Alessandro Impagnatiello ha continuato a scrivere a Giulia fingendo apprensione e inscenando scuse, oltre a instillare ipotesi di una fuga lontana. Di tutt’altra natura, invece, gli scambi precedenti, quando la ragazza ha manifestato il desiderio di chiudere la storia ma lui ribatteva: «che madre sei?».

I vicini
Mentre i vicini di casa che lo vedevano con il figlio lo abbiano sempre descritto come un «padre affettuoso», altre testimonianze si avvicendano. La vicina di casa Giuliana ha raccontato al quotidiano Il giorno: «L’odore che sentivo (dal box, ndr) era quello dei disinfettanti usati da lui per pulire il sangue o altre tracce. Che cosa orribile».

Il vocale all'amica
Alcuni quotidiani, tra cui La Stampa e La Repubblica, riportano la testimonianza di un’amica della ragazza: Giulia aveva già scoperto il tradimento, come dimostrerebbe un vocale di un anno fa tra le donne. Pare che l’uomo portasse l’altra donna, un’italoinglese di 23 anni (che è rimasta incinta e ha interrotto la gravidanza a gennaio), nella loro casa di via Novella a Senago, dopo aver tolto tutti gli indizi di convivenza con Giulia, dalle foto delle vacanze agli oggetti personali di Giulia.

Le parole della sorella Chiara
Tramontano lo avrebbe scoperto e lo shock aveva quasi convinto la giovane ad abortire (a gennaio scorso), ma non c'erano più i tempi per procedere. lo ha dichiarato ai carabinieri la sorella Chiara, spiegando che Giulia sarebbe voluta tornare dai genitori o trovare un altro posto dove stare. Giulia e Alessandro convivevano dal febbraio 2021, ma – sostiene la sorella – i problemi si sono visti fin da subito, quando lui restava lontano a lungo per lavoro lasciando la compagna da sola.

I colleghi
Intanto la collega di lavoro che frequentava di nascosto ha raccontato che veniva soprannominato «il lurido», «arrogantello» pizzicato a rubare gli incassi e sospeso una volta dal bar. Non andava a genio neppure alle amiche di Giulia, che ascoltavano da mesi gli sfoghi sul ragazzo senza poter intervenire.

Le polemiche
Tra le reazioni social spicca su Twitter il messaggio di Rita Dalla Chiesa: «A sette mesi un bimbo è già formato, può nascere e diventare adulto. È duplice omicidio. Bisogna portare questo caso in Parlamento per cambiare la normativa. Non è stata assassinata solo Giulia, ma anche suo figlio. Ripeto. Duplice omicidio. È così che va considerato».

Gli inquirenti
Per gli inquirenti, dopo averlo ascoltato tutta la notte per ore, Alessandro Impagnatiello è un "narcisista manipolatore". Era stato capace di manipolare due donne raccontando loro bugie e creando loro sensi di colpa: all'altra donna – una collega di 23 anni – aveva raccontato che il figlio di Giulia non era suo ed era pronto a dimostrarlo con un test del Dna.

Alessandro Impagnatiello dallo scorso mercoledì 31 maggio si trova in carcere nel reparto dei detenuti a rischio: Impagnatiello potrebbe essere aggredito dagli altri detenuti, per questo è in una zona speciale del carcere di San Vittore.