Meditare nella foresta amplifica la nostra capacità di rallentare i ritmi e di imparare a lasciar andare
Attentato a Vienna, sono 4 le vittime uccise da un simpatizzante dell’Isis
I terroristi hanno sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico
Notte di sangue e di terrore nella capitale austriaca. Almeno 4 morti, tre sospetti ancora in fuga, l’ipotesi di un’affiliazione o comunque di un legame ideologico con Isis e un attentatore ucciso: questi gli elementi confermati stamane in una conferenza stampa a Vienna rispetto alla sparatoria di ieri sera in centro città.
«Siamo stati obiettivo di un vile attacco terroristico, l’ora buia della nostra Repubblica». Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz parlando alla nazione. «Noi dobbiamo essere coscienti - ha detto Kurz- che non c’è una battaglia fra cristiani e musulmani, o fra l’Austria e i migranti. No. Questa è una lotta fra le molte persone che credono nella pace e alcuni che auspicano la guerra».
enenti al commando terroristico, risultato un simpatizzante dell’Isis: ci sarebbero altri tre assalitori in fuga. «Al momento - ha detto il capo della polizia di Vienna Gerhard Purstl - crediamo che ci sia stato più di un aggressore». Almeno 17 i feriti nell’attentato tra cui un ufficiale in servizio. Il direttore sanitario di Vienna, Michael Binder, ha precisato che sette, dei diciassette feriti ricoverati in ospedale, sono in pericolo di vita. Tutti sono stati colpiti da armi da fuoco. I terroristi hanno sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico: i viennesi si stavano godendo l’ultima serata di svago prima di un lungo mese di lockdown imposto per l’epidemia da coronavirus.
L’attentato di natura terroristica è avvenuto lunedì sera nei pressi della sinagoga, nel cuore della capitale austriaca. La cintura esplosiva con la quale è stato trovato l’attentatore ucciso ieri sera a Vienna «era un falso» ha dichiarato il capo della polizia austriaca Gerhard Puerstr: «L’attentatore è stato neutralizzato alle 20.09», ha proseguito, spiegando che «le unità di pronto intervento sono entrate in azione velocemente e la fase caotica dopo gli attentati è durata molto poco». L’attentatore, 20 anni, secondo la Reuters avrebbe origini albanesi, ma era nato e cresciuto a Vienna, ed era conosciuto ai servizi segreti perché era uno dei 90 islamisti austriaci che voleva andare in Siria, ma gli è stato impedito di farlo a luglio. I suoi genitori erano macedoni ma non avevano mai mostrato segnali di avvicinamento all’Islam radicale. La polizia non riteneva che sarebbe stato in grado di pianificare un attacco terroristico a Vienna. Secondo la Build, però, avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto, il giorno dell'attentato.
«È stato sicuramente un attacco terroristico» ha detto il cancelliere austriaco Kurz che non ha escluso il «movente antisemita». Ma le notizie sull’attentato rimangono confuse e contraddittorie. Contemporaneamente infatti altri spari sono stati registrati in altri punti della città, due di questi sicuramente nei pressi dell’Hotel Hilton e in un parco cittadino. Alcuni media hanno riferito che ci sarebbe stata anche una presa di ostaggi in un ristorante giapponese vicino all’albergo. Ma sempre secondo fonti della polizia, sarebbero stati addirittura sei i luoghi sotto attacco nel centro di Vienna.
L’attentato è iniziato intorno alle 20 nella Seitenstettengasse, la strada dove sorge lo Stadttempel, uno dei luoghi di culto ebraici di Vienna. Le prime testimonianze parlano di innumerevoli colpi esplosi nelle vicinanza della Sinagoga, che però a quell’ora era già chiusa. Il presidente della Comunità ebraica viennese, Oskar Deutsch, ha detto che non è del tutto chiaro se il tempio fosse l’obiettivo principale degli attentatori e che comunque non sembra ci siano ebrei fra le vittime. I terroristi si sono poi spostati in una piazza vicina, dove hanno continuato a sparare. «All’inizio sembravano petardi», ha raccontato un testimone oculare «ma poi si è capito che erano spari. C’era una persona che sparava all’impazzata con un fucile automatico. Ha continuato a sparare anche quando è arrivata la polizia, che ha risposto al fuoco».
Il governo austriaco ha proclamato tre giorni di lutto nazionali.