Polemica sigla SPQR maglia della Roma, il caso in Campidoglio
La Lazio chiede spiegazioni al comune per l'utilizzo dell'acronimo: "Anche noi possiamo usarlo"
Dopo il caso Strootman, una nuova lotta scuote l'infinito Derby tra Lazio e Roma. Quella battaglia sul campo è stata vinta dai biancocelesti per 3-1, quella fuori continuerà fino al prossimo previsto nell'annata 2017/2018. Nel mirino della società di Lotito, infatti, è finito il marchio S.P.Q.R utilizzato dai giallorossi nella maglia del Derby,
Della sigla SPQR si conoscono due versioni ufficiali: una è Senatus PopulusQue Romanus, l'altra Senatus Populus Quiritium Romanus. Per entrambe bisogna risalire ai tempi della gloriosa e Antica Roma, ma la più diffusa rimane la prima, 'il senato ed il popolo romano'.
Insomma, un acronimo che secondo la Lazio non può essere solo della Roma, intesa come squadra calcistica, ma di tutta la città: "E' un marchio di grandezza planetaria, per questo non se ne può fregiare solo una squadra della Capitale" ha evidenziato il direttore della comunicazione del club, Arturo Diaconale.
"Non so se l'utilizzo sia stato autorizzato dal Comune e sia consentito a tutti" ha continuato Diaconale, come riferisce l'Ansa'. "Sono curioso di sapere se c'è stata autorizzazione e se per caso si è voluta dare l'impressione di un'identificazione tra squadra e città è sbagliato: la città si identifica con tutte e due le squadre, soprattutto con quella più antica che ha portato il calcio a Roma".
Lotito e tutta la Lazio ora chiedono spiegazioni da parte del comune: "Speriamo sia chiarita questa posizione dall'autorità comunale. Anche la Lazio può scendere in campo con S.P.Q.R. identificando con l'aquila l'appartenenza alla città, non solo la lupa è simbolo di Roma ma anche l'aquila. Utilizzare in modo libero il brand S.P.Q.R. quanto meno è uno spreco".
Una polemica che poterà sicuramente alla risposta della società di Spalletti prima e del comune di Roma poi: il Derby, tra una squadra nata prima e più vincente in Europa e l'altra, con più tifosi e più titoli italiani, continua. E continuerà, probabilmente, per sempre.