Dean Karnazes, il maratoneta con più resistenza
Le sue capacità hanno incuriosito medici e ricercatori
Le imperfezioni genetiche, nella quasi totalità dei casi, portano a problemi di salute. Nel caso del cinquantatreenne americano Dean Karnazes, però, portano quasi ad un super-potere.
Karnazes infatti è “vittima” di una anomalia che fa sì che l’acido lattico venga rapidamente espulso dal sistema, permettendogli di correre quasi all’infinito senza rischio di crampi o affaticamenti muscolari gravi.
Fin da giovane, l’uomo mostrava una elevatissima resistenza: durante una gara di corsa alle superiori corse 105 giri del percorso, contro i 15 corsi in media dai compagni di scuola. Poi ha smesso di correre per diverso tempo, ma quando, intorno ai trent’anni ha ricominciato aveva sempre una resistenza eccezionale: nel suo primo allenamento ha corso quasi 50 km, senza che i suoi muscoli si affaticassero più di tanto (anche se, dato che gli altri suoi tessuti non erano allenati, vesciche ed escoriazioni non sono mancate).
Karnazes ha conquistato gli anni successivi diversi record di maratona e di corse di fondo in generale: ha corso (e completato) una maratona al Polo Sud, con temperature medie di 25 gradi sotto zero, ha completato 50 maratone in 50 giorni, e ha anche corso ben 350 miglia (563 Km) in 80 ore e 44 minuti, senza mai dormire.
Le sue capacità di resistenza hanno incuriosito medici e ricercatori, che hanno voluto studiarlo scoprendo il suo segreto: l’anomalia genetica che gli permette di espellere quasi istantaneamente l’acido lattico. Quando hanno cercato di misurare la sua soglia anaerobica, i medici hanno dovuto rinunciare perché non sono riusciti a raggiungerla neppure dopo un’ora di test, mentre con i soggetti normali questa viene raggiunta in media in una quindicina di minuti.
Durante l’attività fisica la conversione in energia del glucosio dà come prodotto di scarto l’acido lattico, che nelle persone normali si accumula finché non si sente affaticamento ed eventualmente crampi. Nel caso di Karnazes però questo non avviene perché l’acido lattico non si accumula.
“Ad una certa intensità, mi sento che potrei andare avanti molto a lungo senza stancarmi. Non importa quanto spinga: i miei muscoli non si bloccano mai. E’ utile quando voglio correre lunghe distanze”, ha raccontato l'uomo alla stampa. Ad essere onesto, quel che succede alla fine è che mi viene sonno. Ho corso tre notti senza dormire e la terza notte è stata folle. Ho avuto momenti in cui correvo dormendo, mi addormentavo mentre mi muovevo, ma mi sforzavo di andare avanti”.