Abusi sulle ginnaste, l'allenatrice interdetta dalle palestre italiane
Il gip: "Quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse"
Stefania Fogliata non potrà più allenare in nessuna palestra d’Italia. Lo stabilisce la misura cautelare interdittiva disposta il 24 gennaio dal gip Francesca Grassani, su richiesta del pm di Brescia Alessio Bernardi. Una prima svolta nell’inchiesta della Procura bresciana sui presunti maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di giovani atlete di ginnastica ritmica. La trentenne istruttrice federale, che lavora in una palestra di Calcinato, in provincia di Brescia, è al centro dell’indagine della Procura da quando, lo scorso agosto, due giovani atlete avevano denunciato gli abusi subiti. Fogliata è accusata di maltrattamenti aggravati proprio dalla giovane età delle presunte vittime: secondo la tesi degli inquirenti, i maltrattamenti sono iniziati nel 2017 e hanno coinvolto otto atlete, di età compresa trai 10 e i 14 anni. Nell’ordinanza del gip si legge: “Quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse“.
Lo scorso settembre, la polizia aveva raccolto le confidenze della madre di una delle ginnaste in merito a presunte condotte illecite dell’istruttrice. Fogliata allenava in un’accademia affiliata alla “Federazione Ginnastica d’Italia”. Un duro colpo per tutto il movimento della ginnastica ritmica italiana dopo che, il 12 gennaio scorso, la Federginnastica aveva optato per una linea conservativa, decidendo di non rimuovere dal ruolo di allenatrice della Nazionale l’indagata Emanuela Maccarani.