Tutto pronto per le Olimpiadi di Parigi 2024, la cerimonia d'apertura decisiva per Macron
La XXXIII edizione dei Giochi Olimpici si terrà dal 26 luglio all'11 agosto
Venerdì lungo la Senna andrà in scena un kolossal preparato in anni di lavoro. I commercianti sono furiosi, c'è chi alimenta le paure. Il presidente: «I Giochi una festa che farà bene a tutti».
«La vita politica va avanti e io non penso affatto che panem e circenses possano risolvere i problemi. Ma questi Giochi rappresenteranno una tregua. Ci ritroveremo con gli altri Paesi del mondo, celebreremo i nostri atleti, sarà un momento di festa, di comunione, di unità», dice Emmanuel Macron incontrando i giornalisti invitati nel pomeriggio all’Eliseo dopo avere inaugurato il Villaggio olimpico al mattino.
Il presidente della Repubblica francese arriva alle Olimpiadi affaticato, dopo un mese e mezzo di una crisi politica senza precedenti, tra elezioni europee, scioglimento dell’Assemblea nazionale, voto anticipato per un nuovo parlamento senza maggioranza in un Paese senza governo, se non per gli affari correnti. Ma è il Macron ottimista e positivo di sempre, ci crede, «sarà una festa che farà bene a tutti», e si presta al gioco dei selfie mentre fende la folla per arrivare in giardino dove il banchetto di salumi, formaggi e paté attende gli ospiti.
Un kolossal mai visto, ma i commercianti sono furenti
I Giochi nel cuore di Parigi sono l’ennesima scommessa di Macron. I commercianti e i gestori dei ristoranti lungo la Senna sono furiosi perché da giorni la zona rossa e la zona grigia anti-terrorismo sono blindate e pressoché deserte, i parigini sono andati via e i turisti tardano ad arrivare. Le solite lamentele che accompagnano i Giochi olimpici sempre e ovunque nel mondo a Parigi sono più intense per due motivi: i parigini adorano râler, mugugnare, e l’altra ragione è che per la prima volta nella storia dei Giochi la cerimonia d’apertura non si terrà in uno stadio ma sulla Senna, lungo sei chilometri, dal Jardin des Plantes alla Tour Eiffel, un kolossal mai realizzato prima davanti a 300 mila spettatori, uno spettacolo di quasi quattro ore preparato in anni di lavoro, che ha reso necessario transennare e mettere in sicurezza uno dei luoghi più belli del mondo.
Perché la cerimonia d'apertura sarà il momento decisivo
La cerimonia di venerdì sarà il momento decisivo per Parigi, per i Giochi e per Macron: se va tutto bene, senza incidenti, senza attentati, senza scioperi, lo scoglio forse più difficile sarà superato e la città potrà abbandonarsi alla gioia dello sport e delle gare tra oltre 10 mila atleti di tutto il mondo. «I francesi hanno fatto quel che dovevano fare, hanno votato. Adesso spetta ai politici fare il loro dovere, nella calma e nel rispetto. Io sono fiducioso e determinato, come sempre».
La cerimonia sarà importante anche perché «celebreremo i valori olimpici attraverso dodici tavole — spiega Macron — e parleremo della storia della Francia». Ma tutto dipende dal modo in cui lo si farà, e Macron sottolinea che «daremo della Francia un’immagine di pace, di unità, di diversità. La nostra sarà una storia rispettosa delle sensibilità di tutti», un progetto opposto al nazionalismo dell’avversaria politica Marine Le Pen.
Macron e l'amore per Napoli
«Ma la cosa importante è anche quel che resterà dopo: i Giochi sono l’occasione per rendere balneabili parti della Senna e della Marna, poi abbiamo costruito in banlieue nuovi centri aquatici e piscine, tutte strutture che resteranno a disposizione dei cittadini», dice Macron. In giardino la première dame Brigitte incontrando con il marito i giornalisti italiani non trattiene l’entusiasmo: «L’Italia è il nostro secondo Paese dopo la Francia, Roma è la mia città preferita, Emmanuel adora Napoli». Brigitte Macron ricorda che lei e Emmanuel si sono conosciuti al liceo di Amiens preparando la pièce di Eduardo De Filippo, L’arte della commedia.
Il presidente italiano Sergio Mattarella è atteso a Parigi per inaugurare venerdì mattina Casa Italia, «Mattarella è una persona formidabile — dice Macron —, l’amicizia tra i nostri due Paesi mi ispira molto, anche se i nostri due sistemi politici sono differenti». Nei giorni in cui un deputato della France Insoumise, Thomas Portes, proclama che «la delegazione israeliana non è benvenuta a Parigi» alimentando le paure per un attentato in stile Monaco 1972, ormai ci siamo, dopo anni di preparativi Parigi sta per lanciarsi nell’avventura preparata per sette anni.
Il presidente Macron rende un ultimo omaggio a Napoli e alla genialità del «caffé sospeso» «ma non mi azzardo a parlare in napoletano», saluta e va all’ennesimo incontro con il Comitato olimpico. Lavorerà fino all’ultimo istante per mostrare ai cittadini che, nonostante una crisi politica già esplosa e una economica forse alle porte, possono ancora essere fieri della Francia.