L'azzurro: "Che voglio più dalla vita?"
Dopo l'oro nella prova a cronometro , Alex Zanardi si è aggiudicato una nuova medaglia, quella d'argento nella gara individuale in linea di handbike H5 alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. L'oro è andato al sudafricano Van Dyk, 3/o l'olandese Plat.
"Alex guarda il cielo e, mannaggia, s'accontenta. Ma cavolo, che si può voler di più dalla vita?". A fine gara, parafrasando il titolo di un suo libro, l'azzurro si dice comunque felice.
"Devo essere contento anche se sono il primo dei perdenti. Ero vuoto dopo la prova di ieri e, nonostante tutto, sono arrivato secondo. Non cerco scuse: Van Dyk è un grande, da lui mi era già capitato di prenderle. Oggi ad ogni sprint facevo fatica a rispondere, non ci vuole solo la testa ma anche le braccia. Certo, mi sarebbe piaciuto fare il colpaccio dopo ieri, ma va bene così".
Poco prima, un altro argento era finito nel medagliere italiano con Luca Mazzone nella gara individuale di handbike in linea H2: l'azzurro è stato battuto in volata dallo statunitense Groulx.
La meritata medaglia arriva in un giorno indimenticabile per Alex, dopo 15 anni del tremendo incidente automobilistico che nel 2001 segnò la sua vita.
Sempre nello sport, sempre amato dagli italiani e sempre vincente, sì, ma con due gambe in più. A tredici giri dalla fine della tappa del Mondiale automobilistico CART che si correva sul circuito tedesco del Lausitzring il pilota italiano fu costretto a un’insolita fermata ai box per un’anomalia con la benzina. Probabilmente nervoso e deciso a non perdere troppo tempo, rientrò male in pista, rimanendo in testa coda proprio al centro della traiettoria in cui era lanciato, in piena velocità, Alex Tagliani. Uno schianto tremendo proprio all’altezza dell’abitacolo. Le condizioni di Alex Zanardi furono subito gravissime: l’impatto gli portò via le gambe e l’azzurro rischiò di morire dissanguato. Ricevette addirittura l’estrema unzione dal cappellano del circuito. Indotto al coma, subì 15 operazioni ma si salvò quasi per miracolo. Un miracolo che solo tre mesi dopo fece commuovere centinaia e migliaia di persone, un miracolo che si è rinnovato con le sue lacrime sul gradino più alto del podio alle Paralimpiadi, un miracolo che ogni giorno insegna un valore tanto profondo quanto semplice: la vita.