Little Italy va scomparendo, al suo posto boutique e gallerie d’arte
Fino a qualche tempo fa se a New York volevi bere un ottimo caffè italiano dovevi andare a Little Italy dove il caffè e le macchine per prepararlo erano importate dall'Italia. Ora però le cose sono cambiate. Quelli che un tempo erano nativi italiani trasferiti in America o che avevano i genitori nati nel Bel Paese, non ci sono più. Gli affitti nella zona Italiana di New York sono diventati insostenibili; se un ristorante pagava fino a pochi anni fa 7 mila dollari di affitto, adesso si trova a dover affrontare una spesa di 17 mila dollari e per i ristoratori è una cifra impossibile da spendere. Secondo l'ultimo censimento poi nel quartiere non vive più nessuno che sia nato in Italia. Cosa sta cambiando adesso? Non sono i cinesi, e non è neanche la fuga degli italo-americani verso i sobborghi più eleganti: è l'arrivo dei giovani ricchi professionisti. Nell'isola di Manhattan si è sempre alla ricerca di nuovi quartieri da "gentrify", cioé da strappare all'antico e trasformare in appartamenti di lusso, costosissimi. Little Italy, con la sua posizione giusto sopra Wall Street e subito sotto Soho, sta diventando la casa di operatori di borsa o proprietari e dipendenti delle gallerie d'arte e delle boutique di Soho. Il loro oro il caffè adesso vanno a prenderselo da Eataly, a Madison Square, da Sant'Ambroeus, sulla Madison Avenue, da Cipriani Dolci a Grand Central.