Lazio-Roma potrebbe essere l'ultimo derby per Totti
Appena poco più di 24 ore lo separano da quello che potrebbe essere il suo ultimo derby. Soltanto tre mesi dalla scadenza di un contratto che finora nessuno ha voluto rinnovare. Il filo che lega Totti alla Roma si sta assottigliando, più passano i giorni più le parti sembrano distanti. Nemmeno l'indiscrezione su un'eventuale possibilità di giocare gratis il suo ultimo anno ha prodotto sostanziali novità. Da Boston infatti il presidente Pallotta, interpellato dall'ANSA, ha prima smentito la tesi di aver ricevuto e rifiutato la proposta di far restare il n.10 a Trigoria senza stipendio ("non è vero, dev'essere un pesce d'aprile. Una simile ipotesi equivale ad insultare uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi"), e poi ha tagliato i ponti con tutti quelli che hanno interesse a capire come andrà a finire la storia d'amore tra la società giallorossa e il suo giocatore più rappresentativo. "Non sono affari vostri i discorsi tra me e Francesco. Nessuno li conosce, solo io e lui" la presa di posizione di Pallotta, che però di recente ha svelato il senso del discorso fatto all'attaccante: "Starai qui per più di 30 anni, pensa a come vuoi smettere". Il problema è che Totti a smettere non ci pensa, non ancora. Prima di mettersi dietro a una scrivania vorrebbe un altro anno, a prescindere dal compenso. Chi gli sta vicino assicura che il tema ingaggio non è mai stato affrontato. Non c'è mai stata una trattativa tra le parti, il n.10 non ne ha mai fatta una questione economica, anche se a inizio stagione il dg Baldissoni sottolineò che la permanenza doveva "essere compatibile con la sostenibilità economico-finanziaria dell'azienda". E un rinnovo a costo zero lo sarebbe di certo. Così come è sicuro che Totti non partirà tra i titolari contro la Lazio. Per la sfida di domenica il dubbio di formazione è nel reparto offensivo, ma il ballottaggio non coinvolge il n.10 bensì Dzeko e Perotti che si giocheranno una maglia fino all'ultimo. Col bosniaco Spalletti opterebbe per un 4-2-3-1, mentre con l'argentino giocherebbe la carta del 'falso nueve'. L'ex Genoa spera di esserci, e sogna si mettere la firma sulla stracittadina. "Mi piacerebbe soprattutto vincere, poi se riuscirò a fare un gol alla Lazio sarà ancora più bello - le sue parole -. Sarà una partita molto calda ma per noi sono tre punti fondamentali perché abbiamo pareggiato con l'Inter e dobbiamo ritrovare la vittoria".
Mezza squadra di esordienti al derby. Alcuni, come Cataldi e Matri, hanno già ricevuto il battesimo della stracittadina anche solo per alcuni minuti a gara in corso, alcuni lo hanno visto solo dalla panchina mentre altri ne hanno solo sentito parlare. Si parte dal giovane under 21, che lo scorso anno entrò al 79' al posto di Biglia nel derby del 25 maggio perso dalla Lazio 2-1. Due minuti dopo il suo ingresso i biancocelesti trovarono il momentaneo pareggio con Djordjevic, vanificato poi dal gol di Yanga-Mbiwa. In questa stagione, nella sfida d'andata ai giallorossi, fece invece il suo debutto Alessandro Matri: solo 8' a situazione ormai compromessa. Domenica entrambi potrebbero trovare spazio dall'inizio: "Sarà una battaglia", ha già detto Cataldi, che potrebbe coronare il sogno di giocare un derby da titolare con la maglia della squadra per cui ha sempre fatto il tifo. Un altro tassello nella sua carriera dopo quello del 9 marzo di un anno fa, quando indossando la fascia divenne il capitano più giovane della storia biancoceleste. L'assenza di Milinkovic-Savic e il probabile forfait di Onazi (il nigeriano non si è allenato) lo vedono come unica soluzione per completare la mediana completata da Biglia e Parolo. In attacco Matri potrebbe essere invece preferito a Klose, visto che il tedesco ancora non è al meglio. Per l'ex rossonero sarebbe il quarto derby diverso giocato da titolare dopo quelli di Torino, Milano e Genova. Si tratterà invece di un debutto assoluto per l'intera difesa che rischia di schierare Pioli per cause di forza maggiore. Probabile infatti l'impiego dall'inizio della coppia di centrali, Hoedt e Bisevac: l'olandese, arrivato la scorsa estate a Formello, ha potuto farsi un'idea di cosa sia un derby solo lo scorso 8 novembre, ma allora lo visse tutto dalla panchina. Il serbo invece è arrivato solo a gennaio dal mercato invernale e per lui sarà il battesimo assoluto nella stracittadina capitolina. Gli infortuni di Basta e Konko obbligano inoltre il tecnico a schierare dall'inizio Patric. Il giovane, proveniente dal Barcellona B finora è stato utilizzato pochissimo, in tutto cinque presenze per 268 minuti. Ha giocato anche meno Braafheid, che con molta probabilità verrà schierato a sinistra a causa dell'infortunio di Radu e della squalifica di Lulic. L'olandese era in panchina nel derby del 25 maggio scorso, quello resta il suo unico contatto con la stracittadina. In tutto, si tratta di 6 esordi su 11, che possono scendere a quattro nel caso Pioli alla fine opti per Mauricio terzino (al posto di Patric) e Klose o Djordjevic in attacco. Spetterà comunque agli esperti, Marchetti, Parolo, Biglia, Felipe Anderson e Candreva, fare da guide in una sfida che in buona parte si vince con l'astuzia e la grinta.