La lotta per la parita' dei sessi ha perso un altro simbolo: Sally Ride
Se n'è andata un'altra di quelle donne che sono state in grado di cambiare la storia, aspettando per vent'anni il proprio turno, ovvero nel momento in cui l'America decise che, a bordo dello shuttle Challenger Sally Ride potessero essere ammesse anche le cosidette minoranze: ovvero, come recitava il bando," le persone di colore e le donne".
Ardua la lotta per la conquista di un posto nello spazio, osteggiata, a quanto pare dallo stesso John Glenn, che, nel frattempo, era diventato il primo astronauta americano.
Sally ha saputo aspettare, senza mai smettere di sognare il suo angolo di cielo.
Lo abita così solo nel 1983, a vent'anni dalla Russia, che aveva salutato come la prima astronauta, la paracadutista sovietica Valentina Tereskova: nel lontano nel 1963 diventò infatti la prima signora del cosmo.
Sally Ride, ci sorride ora dal cielo, nelle sue minute fattezze che, comunque, non le hanno impedito di incarnare la rivincita delle americane, laureata in fisica e inglese alla prestigiosa Università di Stanford.
Era entrata alla Nasa nel 1978.
Morta ieri, ha ricevuto il plauso di Barak Obama, quale «un modello capace di ispirare generazioni di giovani».
E noi la ricorderemo ogni giorno, stella tra le sue stelle, ennesima donna di conoscenza che non dimenticheremon per avere lottato anche per noi, per la nostra parità ed uguaglianza.