Jean Paul Gaultier si ritira dalle sfilate, l'ultima il 22 gennaio
"La maison continua con un nuovo progetto di cui io sono l'ispiratore e che vi sarà svelato prossimamente", ha detto lo stilista
"Il 22 gennaio 2020 festeggerò il miei 50 anni di carriera nella moda con un gran defilè-show di Haute Couture al Theatre Chatelet a Parigi. Questo sarà anche il mio ultimo defilè. Ma state tranquilli la maison Couture Gaultier Paris continua con un nuovo progetto di cui io sono l'ispiratore e che vi sarà svelato prossimamente". Poche parole per un addio che il mondo della moda forse si aspettava dopo quello di due anni fa al pret-à-porter che non sfila più, ma non in questa occasione di 50 anni di una carriera fantasiosa, grandiosa, visionaria, anticipatrice di mode e di contenuti e valori sociali, sempre all'insegna della gioia.
Anche l'iconico e ironico Jean Paul Gaultier chiude con la vita di atelier, ma come promesso nelle due righe di annuncio ispirerà nuovi progetti dei quali ancora non è dato sapere. In tantissimi rimpiangeranno le sue corse scatenate a fine passerella per salutare il suo pubblico e l'eterna musa e amica Catherine Deneuve che non ha mai mancato ad un suo defilè come del resto tutto il bel mondo parigino e la stampa internazionale che lo ha sempre premiato con rispetto, stima e affetto. Fantastico Jean Paul, 67 anni di vitalità, i capelli biondi e ormai un po' anche bianchi, la faccia aperta, il suo italiano favoloso e un po' maccheronico per i tanti anni passati in Italia a lavorare e a farsi produrre maglieria (da Anna Maria Fuzzi) e abbigliamento (dal gruppo Aeffe), alfiere di una moda testimonianza di vita, di una Parigi che non c'è più piena di talenti dello stile che si sono fatti da soli.
Lui viene da un sobborgo di Parigi, non ricco ma pieno di affetti famigliari, primo su tutti quello della nonna i cui reggiseni gli ispireranno poi i body sensuali per i tour di Madonna negli anni Novanta. Autodidatta manda i bozzetti in giro già da adolescente. Li vede Pierre Cardin che lo chiama nel suo atelier, crede nel suo talento e lo assume come suo assistente proprio nel 1970. Dieci anni dopo la prima sfilata con il proprio nome e quel volare alto sull'eleganza bon ton con le sue idee irriverenti e sexy, con la sua eleganza spiazzante che mischia in passerella modelle di bellezza strepitosa, donne cannone prima che arrivino le curvy, travestiti disinvolti perchè accettati e resi pubblici testimoni di libertà. E poi i profumi e tutti gli accessori, gli occhiali e le borse, e sempre "enfant terrible" della moda francese e non solo.