Addio Al Jarreau, leggenda pop-jazz della black music
Era un genio autodidatta del sound che sapeva leggere nello spirito delle note
Per anni il suo nome è stato sinonimo di black music. Dicevi Al Jarreau e pensavi a un fiume di musica elegante, rotonda, a un genio autodidatta del sound che sapeva leggere nello spirito delle note. Se ne andato ieri a 76 anni, dopo che da alcuni giorni era stato ricoverato a Los Angeles per un esaurimento nervoso. I medici l’avevano costretto a stracciare l’agenda degli appuntamenti del 2017: non ce la faceva più a salire sul palco. Poi, giovedì, un post sulla pagina Facebook aveva cancellato dai fan i pensieri peggiori: «Sta migliorando lentamente, ma con enorme dispiacere dovrà smettere di fare tour. Al è grato per i suoi 50 anni di viaggi intorno al mondo e per chiunque abbia condiviso quest’esperienza con lui». Sembrava in ripresa invece non ce l'ha fatta. Nella sua lunga carriera aveva vinto per 7 volte il Grammy. Il suo portavoce, Joe Gordon, ha dato la notizia del decesso per cause al momento ignote.
Gli anni d’oro arrivano a cavallo dei Settanta e Ottanta: ospite fisso dei festival più importanti, pioggia di premi e riconoscimenti, anche in Europa. Non più sole pacche sulle spalle. Brani cult diventano la sua cover di «Your Song» di Elton John e «Rainbow in Your Eyes» di Leon Russell. È ospite nei dischi di Quincy Jones, di santoni come Chick Corea e Joe Sample. Nell’85 aggiunge la sua voce al coro di star, tra Springsteen e Michael Jackson, che cantano «We Are the World» per sostenere la popolazione etiope distrutta dalla carestia. C’è anche un link con la musica italiani: nel 2013 il duetto con Mario Biondi, uno che di Jarreau ha sempre avuto il poster in fondo al letto. Nonostante la sua dipendenza dalla musica, Jarreau non aveva smesso nemmeno di studiare ed era arrivato fino alla laurea in psicologia. Il suo ultimo disco è stato «My Old Friend» dedicato al suo maestro George Duke, pubblicato tre anni fa. Se ne è andato portandosi dietro anche un grande record: è stato l’unico artista ad aver vinto i Grammy Award in tre diverse categorie.