Gérard Depardieu rischia linciaggio, attori schierati in sua difesa: "E' una vittima"
Il mostro sacro del cinema francese è alle prese ormai da tempo con accuse per soprusi sessuali
Frasi sconce, commenti oggettificanti, frasi esplicitamente sessuali rivolte a una bambina di 10 anni. "Fai pure la foto mentre le tocco il cu**" dice Gérard Depardieu, 75 anni, rivolto all'interprete durante un viaggio in Corea del Nord, "La sua piccola cozza deve essere molto folta, molto pelosa. Ha già l’odore di una giumenta". Il video è stato mandato in onda su France 2, all'interno del documentario Gérard Depardieu: la chute de l’ogre che ripercorre le accuse di molestie, violenze sessuali e comportamenti inappropriati al famoso attore francese. Eppure c'è chi lo difende: nomi noti come Charlotte Rampling, Carla Bruni e l'ex compagna dell'attore Carole Bouquet.
Già il presidente francese Macron aveva preso la parola per difendere Depardieu dopo l'uscita del documentario dicendosi preoccupato nel vedere l'attore bersaglio di una “caccia all’uomo”. Ora diverse personalità del mondo del cinema francese hanno scritto una lettera aperta per sostenerlo. "Gérard Depardieu è probabilmente il più grande di tutti gli attori", si legge nel testo pubblicato sul quotidiano Le Figaro il giorno di Natale. "Non possiamo più rimanere in silenzio di fronte al linciaggio che sta affrontando" "a dispetto di una presunzione di innocenza di cui avrebbe beneficiato, come tutti gli altri, se non fosse stato il gigante del cinema che è". I firmatari - tra cui attori come Jacques Weber, Pierre Richard o Gérard Darmon, ma anche cantanti come Roberto Alagna, Arielle Dombasle o Jacques Dutronc - sottolineano quanto la Francia e il cinema francese debbano all'attore: "Quando le persone attaccano Gérard Depardieu in questo modo", scrivono "attaccano l'arte".
Non tutti, però, la pensano così: c'è anche chi ha dichiarato di credere alle donne che hanno denunciato promettendo di non lavorare più con l'attore, mentre il ministro della Cultura Rima Abdul Malak ha affermato che Depardieu potrebbe essere privato della Legione d'Onore, il massimo riconoscimento del Paese. Nel 2018 l’attrice Charlotte Arnould ha accusato Depardieu di averla stuprata e il caso è attualmente in fase di discussione in tribunale. Nel 2019 è stato il turno di Emmanuelle Debever: anche lei ha denunciato molestie sessuali sul set. L'attrice si è tolta la vita lo scorso 7 dicembre, lo stesso giorno in cui è andato in onda il documentario sull'attore. Sono 16 a oggi le donne che hanno accusato Depardieu di molestie, palpeggiamenti o aggressioni sessuali. L'ultima è la comica francese Helene Darras, che ha accusato Depardieu di averla palpeggiata quando era una giovane comparsa nel film del 2008 Disco.
Ancora una volta, però, accuse, testimonianze e persino video, sembrano non bastare di fronte alla fama, al potere e alla carriera artistica di un uomo affermato. "Quello che vediamo è come un entourage si organizza e utilizza argomenti come 'è un mostro sacro, è un genio' per proteggere qualcuno", spiega la presidente della Fondazione delle Donne, Anne-Cécile Mailfert, "Le persone che fanno questo sono i nostri amici, i nostri padri, i nostri mariti, i nostri vicini, i nostri colleghi, le persone che conosciamo”. Anni dopo il #MeToo, le voci delle donne valgono ancora troppo poco per essere prese sul serio. Emmanuelle Dancourt, cofondatrice di #MeTooMedias, ha dichiarato che "c'è ancora un'incomprensione quando si parla di torrente di odio che si rovescia su Depardieu... non c'è mai vendetta, ma un bisogno di proteggere le altre".