Esplosione a Ravanusa, la tragica fine di Selene e Giuseppe: aspettavano un bambino
Il termine della gravidanza era prevista tra una settimana
I vigili del fuoco, dopo aver scavato tutta la notte, hanno ritrovato quattro corpi senza vita dei sei dispersi nell'esplosione a Ravanusa (Agrigento). I cadaveri erano sotto le macerie della palazzina di quattro piani crollata. E' salito così a 7 il bilancio delle vittime nel crollo delle palazzine nella cittadina in provincia di Agrigento. I quattro corpi sono stati ritrovati dai vigili del fuoco in quello che era il terzo piano del palazzo: erano tutti insieme coperti dai calcinacci. Si tratta dei corpi di Selene Pagliarello e di suo marito Giuseppe Carmina, che erano andati a trovare i genitori di quest'ultimo, Angelo Carmina e Enza Zagarrio, che abitavano al terzo piano di via Trilussa. Proseguono le ricerche degli ultimi due dispersi. Due le donne rimaste ferite e ricoverate in ospedale a Licata e Agrigento con traumi e fratture. Cento gli sfollati che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni.
Si erano sposati lo scorso 10 aprile. Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina, moglie e infermiera del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento, marito e operaio. Stavano aspettando la nascita del loro primo figlio: la fine della gravidanza era prevista tra una settimana. Sono morti sotto le macerie, per colpa di una esplosione dovuta a una fuga di gas di cui ora andranno accertate le cause. Loro figlio non ha ancora un nome e non figurerà mai nell’elenco ufficiale dei morti e dei dispersi, ma è di fatto un’altra vittima di questa tragedia.
Selene e Giuseppe neanche dovevano esserci in quell’appartamento, doveva abitava tutta la famiglia del marito: Pietro, Enza, Carmela, Gioachina, Calogero, Angelo e dell’altro Giuseppe, il più anziano, quasi novant’anni. Erano passati a salutare i genitori di lui, Angelo Carmina, 72 anni, e Maria Crescenza Zagarrio, 69, che tutti in paese chiamavano Enza; anche loro sono morti. Un saluto veloce prima di andare a cena fuori, in un sabato come tanti altri. Forse l’ultimo prima di partorire, visto che i nove mesi sarebbero scaduti la settimana prossima. La coppia era andata a convivere a settembre 2020, mentre come tanti in Italia aveva dovuto rimandare il matrimonio alla primavera 2021 a causa del Covid.
Quel Covid a cui era scampato anche Pietro Carmina, professore di storia e filosofia al liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì, poi anche preside prima di andare in pensione. Il suo corpo è con quello di Enza e quello di Gioachina Calogera Minacori all’obitorio. Lui viveva al civico 69, le due donne al 65: entrambe le palazzine sono state devastate dalla furia dell’onda d’urto e delle fiamme. Non c’è ancora traccia, invece, della moglie di Pietro, Carmela Sciabetta, 60 anni. In Comune, dove era assistente sociale, ne parlano già al passato e con le lacrime agli occhi. I vigili del fuoco continueranno a scavare, finquando non avranno trovato tutti.