Dopo Harvey Weinstein, Asia Argento accusa un nuovo "orco" del cinema
La diva punta il dito su un altro personaggio di Hollywood, il regista Rob Cohen
Asia Argento torna alla carica con una nuova denuncia di molestie sessuali. Dopo aver accusato Harvey Weinstein l'attrice e regista punta il dito su un altro nome importante di Hollywood, il regista Rob Cohen. "Successe nel 2002 mentre giravamo xXx. Abusò di me facendomi bere il Ghb (la droga degli stupri, ndr), ne aveva una bottiglia. Ai tempi sinceramente non sapevo cosa fosse", racconta Asia in una lunga intervista nel salone di Silvia Toffanin a "Verissimo", nella quale svela anche di aver subito violenze dalla madre.
l'Argento si è lasciata andare raccontando episodi critici del proprio passato, come appunto la violenza subita da Cohen. "Non l’ho denunciato perché non avevo capito cosa fosse successo. L’ho scoperto dopo parlando con un mio amico che mi ha aperto gli occhi su quella sostanza - dice Asia anticipando alcuni dei contenuti shock del suo libro autobiografico "Anatomia di un cuore selvaggio", di prossima uscita: "Non so che cosa porti un uomo a voler andare a letto sostanzialmente con un cadavere. Non volevo raccontarlo per non alzare un nuovo polverone, però altre due donne hanno parlato contro di lui, tra cui sua figlia, e allora l’ho fatto”.
Un'altra accusa esplica e diretta quindi dopo quella a Weinstein, l'altro orco della sua vita, condannato a 23 anni di carcere: “Penso che se lo meriti. Non l’ho perdonato perché non si può perdonare una persona che ha fatto quelle cose a così tante donne - afferma -. Penso che sia nel posto dove merita di stare”.
E tra i capitoli più drammatici della sua vita Asia racconta anche del difficile rapporto con la madre Daria Nicolodi, scomparsa da poco e delle violenze subite: "Ho iniziato a scrivere questo libro prima di perdere mia madre. Rivelare questo segreto delle violenze ricevute da parte sua spero possa servire agli altri per capire perché in alcuni momenti della mia vita ho reagito in modo aggressivo - racconta alla Toffanin -. Non so perché mia madre mi abbia fatto quelle cose quando ero piccola. Era giovane, con tre figlie, aveva una relazione travagliata con mio padre e si è sfogata su di me. Diceva che ero quella più forte e che quindi potevo prendermi le botte o essere cacciata di casa a nove anni, nel cuore della notte, tanto ce l’avrei fatta".
Asia però spiega di aver perdonato la madre. "Ai miei figli lei ha dato tutto quello che non aveva dato a me. È stata una nonna straordinaria e quindi le ho perdonato tutto - racconta -. Ho dovuto raccontare nel libro le violenze per far capire quello che sono diventata. È stato fondamentale dare a questo rapporto una conclusione positiva, quando l’ho vista l’ultima volta l’ho ringraziata per tutto quello che aveva fatto per me. Non esiste un dolore così, perdere il punto di riferimento più grande dopo un rapporto così contrastato è stato ancora più doloroso. Ma ora che si è chiuso il cerchio posso iniziare a vivere veramente".