"Leaving Neverland", polemiche sul crudo docu film di Michael Jackson
I famigliari del re del pop sul piede di guerra, fan sotto shock
Al Sundance Festival la presentazione di "Leaving Neverland", il documentario su Michael Jackson che racconta i presunti abusi su due ragazzini, ha alzato un polverone sociale e mediatico. A garantire la sicurezza fuori dalla sala c'era infatti una pattuglia di agenti con cani anti-bomba, mentre un team di psicologi era a disposizione degli spettatori più sensibili. La reazione della famiglia Jackson non si è fatta attendere: "Non è un documentario, è un massacro da tabloid che Michael Jackson ha sopportato in vita e che ora gli tocca anche dopo la morte. Il film prende accuse non confermate legate a cose che presumibilmente sono accadute 20 anni fa e le tratta come fatti" ha scritto la famiglia in una dichiarazione ai media.
"Siamo estremamente solidali con qualsiasi vittima di abuso sui minori. Questo film, tuttavia, rende a queste vittime un disservizio", ha dichiarato la famiglia. "Ora che Michael non è più qui per difendersi, Robson, Safechuck e i loro avvocati continuano a sforzarsi per avere notorietà e denaro, diffamandolo con le stesse accuse per le quali una giuria lo aveva giudicato innocente quando era vivo".