Concerti e Voucher, Paul McCartney disaprova l'Italia
"Scandaloso non rimborsare i biglietti"
Il messaggio è in italiano, perché non ci siano equivoci. E la chiarezza dei toni altrettanta. Già, non usa giri di parole dai suoi social Sir Paul McCartney per contestare la decisione di dare un voucher e non rimborsare i suoi due concerti italiani, annullati per l’emergenza coronavirus: si sarebbero dovuti tenere il 10 giugno a Napoli e il 13 a Lucca.
Così recita dunque il post nella nostra lingua: «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto». Nei giorni scorsi le polemiche erano state numerose, proprio da parte dei fan, proprio per questa ragione. Ovvero non era stata indicata la possibilità del rimborso in denaro. Ma solo la possibilità di avere un voucher per assistere a un altro concerto.
Una prassi dice il cantante: «non avvenuta in tutti gli altri paesi che Paul e la sua band dovevano visitare tra maggio e giugno. Il governo italiano, su indicazione di Assomusica (l’Associazione italiana di promotori di musica dal vivo) ha approvato un decreto che autorizza tutti i possessori dei biglietti precedentemente acquistati per gli spettacoli dal vivo di avere la facoltà di richiedere un “voucher” di pari valore a quello indicato sul biglietto. I soldi provenienti dalla vendita dei biglietti in Italia sono esclusivamente trattenuti dai promoter locali». In effetti, è una singolarità tutta italiana: all’estero le modalità sono diverse e, anche nel caso dei voucher, vi è sempre il margine della possibilità di scelta da parte dello spettatore. Da noi, al momento, no.