Addio a Claudio Coccoluto, il dj italiano più conosciuto nel mondo
Aveva 58 anni ed è deceduto nella sua casa di Cassino
Il mondo della musica e del clubbing piange la perdita di Claudio Coccoluto. Aveva 58 anni ed era conosciuto in tutto il mondo per la sua musica da discoteca, considerato uno dei più grandi dj sulla scena italiana e internazionale. Il decesso, dopo una lunga malattia, è avvenuto nella sua casa di Cassino. Accanto al noto dj c'erano la moglie e i figli.
Tra i primi a rendergli omaggio il socio Giancarlo Battafarano, in arte Giancarlino, con cui avevano fondato il Goa di Roma (con 25 anni di storia è stato l'unico club in Italia a finire nelle classifiche dei migliori al mondo): "Se ne va il maestro più grande e l’amico di sempre. Ha dato cultura alla musica nei club come dj e artista fuori dal coro. Sempre pronto a metterci la faccia con i media sia per gli aspetti gioiosi sia per i problemi del nostro settore. Con lui se ne va una parte di me".
Originario di Gaeta, aveva iniziato proprio nella sua città natale a fare il dj a 13 anni, per hobby, nel negozio di elettrodomestici del padre. Esordisce nel 1978, cominciando a far conoscere la sua voce via etere attraverso Radio Andromeda (prima emittente privata a Gaeta). Nel mondo del clubbing approda negli anni Ottanta senza più uscirci: da lì diventa la sua professione, affermandosi come uno dei dj di musica house più conosciuti in Italia e a livello internazionale. Negli anni a venire è stato il primo italiano a guadagnarsi una fama internazionale suonando in club storici come il Ministry of Sound di Londra e il Sound Factory Bar di New York.
Durante il lockdown, quando anche il mondo dei club si è fermato, è stato tra i più attivi nel sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulle difficoltà del settore. "Chi fa clubbing è un volano culturale per i movimenti giovanili, finora l’approccio delle istituzioni è stato riduttivo: sia il governo, sia il Mibact ancora non definiscono un ruolo definitivo per questo comparto, nonostante muova un indotto enorme. La mancanza di interesse e di sussidi crea una condizione pericolosa, i professionisti dovrebbero arrivare vivi a un’ipotetica data di riapertura che nessuno ancora conosce, mentre devono pagare l’affitto, le bollette" aveva detto a maggio 2020 in un'intervista.