Uomini e make up: una tradizione che risale all'antico Egitto

Giovedì, 05 Dicembre 2024. Nelle categorie Moda, Primo Piano, Notizie

Uomini e make up: una tradizione che risale all'antico Egitto

Negli anni '70 e '80 lo utilizzavano star come David Bowie e Prince

Robert Smith voce del gruppo The Cure adora truccarsi. Il cantante britannico ha confidato ironicamente: “Metto il rossetto, ho 65 anni. Non sono la persona adatta a dire cosa c’è di sbagliato nel mondo”. L'artista dagli esordi della carriera ad oggi ama sia il rossetto che esaltare gli occhi perennemente cerchiati di nero, un mito dark.

Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase: "Un tempo gli uomini non si truccavano". Niente di più falso. A smentirlo è la storia dell’evoluzione dell’uomo, che dimostra come il trucco maschile non sia per niente una tendenza moderna e il suo utilizzo risalga ai tempi dell’Antico Egitto. Il trucco maschile è una costante nei dipinti dell’epoca: uomini e donne nell’Antico Egitto, infatti, indossavano grandi quantità di trucco, soprattutto il famoso kohl o eyeliner sugli occhi. In questa civiltà iniziata intorno al 3000 a.C si pensava che il trucco desse loro protezione dagli dei Horus e Ra.

Nei tempi moderni molti uomini continuano a usare il trucco. Il motivo? Lo stesso per cui negli anni '70 e '80 lo utilizzavano star come David Bowie e Prince (una volta dichiarò "Non sono una donna. Non sono un uomo. Sono qualcosa che non capirete mai") e oggi cantanti come Achille Lauro, Fedez e i Maneskin, a partire dal suo frontman Damiano David: per distinguersi, rendersi attraenti e riconoscibili. Il make-up (ma anche lo skincare) non è più un vezzo da rock star e lo dimostrano le vendite in costante crescita di cosmetici al maschile e la nascita di linee make-up e skincare con campagne di comunicazione fluide.
Con l'esplosione della musica rock, il trucco maschile ha assunto un nuovo volto, basti pensare al look di David Bowie negli anni '70 o a quello di Boy George negli anni '80, ma anche ai membri dei Kiss. Negli anni '80 non era necessario essere omosessuali per truccarsi, anzi: la maggior parte dei musicisti lo faceva per semplice hobby. Nick Rhodes dei Duran Duran, allora amatissimo dalle fans, gli piaceva sembrare deliberatamente effeminato, mentre Martin Gore dei Depeche Mode giocava sui contrasti: "Mi piace la combinazione anti-macho di una giacca e dei pantaloni con degli abiti da donna. Disorienta la gente". Nei '90 ecco arrivare lui, "l'anticristo" Marilyn Manson, maestro in provocazione. È stato infatti grazie ai glam rocker, ma anche alle donne e alla popolazione queer, che è cambiata l'opinione negativa che le persone per strada avevano del trucco maschile. Ma il merito non è stato tutto delle rockstar: in quegli stessi anni anche truccatori uomini come Way Bandy e Scott Barnes (celebre make-up artist ancora sulla scena) si impegnarono a spingere molto il ritorno del trucco anche per gli uomini, impegnandosi per renderlo una pratica "normale".