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Smalto mania: perchè piace tanto anche agli uomini?

Mercoledì, 30 Ottobre 2024. Nelle categorie Moda, Primo Piano, Notizie

Smalto mania: perchè piace tanto anche agli uomini?

Nei secoli l’idea di mani curate e unghie dipinte non è stata associata esclusivamente alle donne come oggi

Com’è che gli uomini da un pò di tempo hanno iniziato a mettersi lo smalto? Nonostante la manicure maschile è un rituale di bellezza antico, negli ultimi anni è aumentato il numero di famosi  e non che sfoggiano le unghie colorate.
Tre anni fa Fedez ha messo in commercio una linea di smalti da uomo, semipermanenti e in diversi colori scelti dal rapper. Il cantante non è né il primo né l’unico artista maschio a tingersi le unghie e nemmeno a mettere in vendita una sua linea di smalti, e anzi da qualche anno lo smalto è stato portato da star della musica, attori e celebrità internazionali e italiane – da Harry Styles ad Achille Lauro – mentre prima ancora, negli anni Settanta, era un simbolo di ribellione e controcultura. La novità è che da qualche anno, soprattutto in Regno Unito e negli Stati Uniti, ha iniziato a comparire sulle unghie di uomini e ragazzi che non sono personalità dello spettacolo o di internet, che se lo mettono senza particolari messaggi e rivendicazioni, semplicemente per il gusto di farlo.
Nei secoli l’idea di mani curate e unghie dipinte non è stata associata esclusivamente alle donne come oggi. Ritrovamenti nelle tombe reali nella città di Ur, in Mesopotamia, risalenti al 3.200 a.C., testimoniano che erano gli uomini a tingersi le unghie e in particolare i guerrieri, per intimidire il nemico in battaglia. In Cina se le coloravano uomini e donne con un miscuglio di cera d’api, albumi d’uovo, gelatina, coloranti vegetali e gomma arabica.
In Egitto mummie di entrambi i sessi avevano unghie dorate o colorate di hennè. Nel XV secolo d.C. anche i guerrieri Inca si tingevano le unghie e le decoravano con ritratti di aquile, un segno di forza e potere.
Durante il Medioevo, invece, l’abitudine cadde in disuso ed è forse nei secoli successivi che rinacque associata alle donne.
La storia dello smalto moderno iniziò con l’epoca industriale e l’invenzione delle lacche di nitrocellulosa, che erano usate per dipingere le automobili. La popolarità dello smalto si affermò nel 1928, quando venne messo in vendita anche l’acetone per rimuoverlo, e nell’anno successivo, quando fu lanciato il primo smalto a lunga durata in rosa e in rosso.
Lo smalto ormai si era imposto come cosa da donne e – tranne rari casi come quello dell’attore e icona queer Quentin Crisp, che si tingeva le unghie d’oro negli anni Trenta – rispuntò sulle unghie degli uomini negli anni Settanta. Erano soprattutto rockstar come Lou Reed, Mick Jagger, Iggy Pop e David Bowie, che rifiutavano di seguire le restrittive norme di genere imposte dalla società dell’epoca. Poi negli anni Novanta arrivò Kurt Cobain dei Nirvana: smalto rosso scheggiato, capelli biondi, sporchi e umidicci, che incorniciavano un viso di inaspettata bellezza.
Negli ultimi anni lo smalto sulle unghie maschili è tornato di moda con uno spirito e in una cerchia totalmente nuovi. Aveva già fatto capolino sui giornali nel 2002, quando il calciatore inglese David Beckham si era presentato al battesimo del figlio dell’attrice Liz Hurley con uno smalto rosa acceso, coordinato con quello della moglie Victoria. Beckham è considerato il principale esempio di metrosexual, un neologismo coniato nel 1994 per indicare uomini eterosessuali che si prendono cura del proprio aspetto in modo nuovo, appropriandosi di strumenti e comportamenti considerati tradizionalmente femminili: creme per la pelle, cosmetici, depilazione e cura dell’alimentazione. Anche il calciatore Cristiano Ronaldo, altro modello di uomo metrosexual, sfoggiò – ma più avanti, nel 2017 – smalto nero sulle unghie dei piedi, facendo discutere.
Molti tra quelli che portano lo smalto oggi, non lo fanno per essere rivoluzionari e ribelli o per mandare qualche tipo di messaggio: si tingono le unghie semplicemente perché gli piace, magari perché desideravano farlo da ragazzini quando lo vedevano su Kurt Cobain ma vivevano in un ambiente troppo conservatore per imitarlo.