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Processo Marrazzo: “Marina Berlusconi disse che il video con il trans non era proprio pubblicabile”
"Vidi quel filmato su Piero Marrazzo e dissi subito che non lo avrei mai pubblicato perche' era chiara la violazione della privacy. Tuttavia ritenni opportuno informare il mio editore, Marina Berlusconi, e l'amministratore delegato del gruppo Mondadori, Maurizio Costa. Feci loro vedere il video, era doveroso farlo per la delicatezza del caso e per il personaggio coinvolto". Lo ha detto Alfonso Signorini, direttore di 'Chi', nel processo a carico di quattro carabinieri, accusati del tentato ricatto ai danni dell'allora presidente della Regione Lazio, sorpreso il 3 luglio 2009 in compagnia di un trans in un appartamento di via Gradoli. "Anche Marina Berlusconi - ha raccontato ancora Signorini - disse che il video non era proprio pubblicabile. Comunque ne avrebbe parlato con il padre, allora premier. Dopo qualche giorno, sempre Marina mi chiamo' affinche' prendessi contatto con l'agenzia fotoMasi, che mi aveva mostrato il video, e per avvertirmi che suo padre aveva chiamato Marrazzo e che quest'ultimo avrebbe a sua volta contattato l'agenzia. Io, sin da subito, feci presente che non ero assolutamente interessato alla pubblicazione di quel filmato. Feci lo stesso anche per il caso di Silvio Sircana (l'allora portavoce del premier Prodi immortalato nel 2007 mentre scambia due parole con un trans, ndr), limitandomi a informare i vertici aziendali, anche se in quel caso non era in gioco la violazione della privacy ma quella della sfera sessuale. Del video su Marrazzo - ha concluso Signorini - conservai una copia nel mio pc per alcuni giorni. Poi consegnai il dischetto ai carabinieri del Ros". (AGI)