Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
Mahmood e Blanco i re di Sanremo: "Non abbiamo ancora realizzato di aver vinto"
«Brividi» è già in volo verso Torino per l’Eurovision Song Contest
Descrizione a confronto della faccia di Mahmood all’annuncio delle due vittorie sanremesi. Nel 2019 con «Soldi», in attesa del verdetto aveva l’espressione di un imbucato a una festa che ha paura di essere beccato. Al momento della proclamazione strabuzzò incredulo gli occhi e l’espressione divenne virale. Sabato notte ha passato i secondi prima a confabulare con Elisa dicendole che avrebbe vinto lei. Quando Amadeus ha annunciato «Blanco e Mahmood» la reazione è stata contenuta. Non era la freddezza di chi da giorni sapeva di avere in tasca la vittoria perché «Brividi» volava alto in tutte le classifiche: «Mi sono detto: “Non fare la faccia da minchione dell’altra volta”», ride Alessandro. La doppietta è arrivata in coppia con Blanco che invece ha festeggiato con una delle sue facce classiche, un sorrisone che il mignolo allarga in misura extra large: «È il mio sorriso da pazzo in cui mostro tutti i denti», commenta.
Niente lacrime per la coppia vincitrice del Festival, che nel finale a tre è stata scelta sia da televoto che da sala stampa che da demoscopica. Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, 29 anni da Milano, uno dei pionieri che con «Soldi» ha aperto la strada del nuovo urban pop italiano. E Riccardo Fabbriconi, 18 anni (i 19 li compie giovedì) dalla riviera gardesana, un album di debutto arrivato al quarto posto della classifica del 2021. Eccoli dopo una notte insonne di brindisi con lo staff e le famiglie. «Mia mamma era in sala l’altra sera, ma ieri non aveva il biglietto. Quando sono tornato in hotel ci siamo abbracciati e piangeva. La mattina a colazione, cappuccio, brioches e ancora lacrime». I genitori di Blanco invece erano all’Ariston e lui, dopo la dedica alla fidanzata Giulia, è corso ad abbracciarli: «Quando ero piccolino li facevo dannare. “Mortacci tua” mi ha detto papà... È stata una soddisfazione, in senso buono, vederli piangere».
Le famiglie hanno avuto un ruolo tranquillizzante e di conferma nei mesi precedenti. «Quando ho fatto sentire la canzone a mia mamma per la prima volta, lei mi ha detto che le è arrivata subito a differenza delle altre che le richiedevano qualche ascolto in più», ricorda Alessandro. Per Riccardo il confronto è stato con il padre: «Eravamo in auto quando gliel’ho fatta sentire per la prima volta e lui ha detto la stessa cosa: i genitori non sbagliano mai». «Brividi» è già in volo verso Torino per l’Eurovision Song Contest. Esperienza già vissuta da Mahmood con «Soldi» che ebbe anche un ottimo riscontro di streaming dall’estero. «Il nostro desiderio è quello di portare la nostra musica all’estero. Non sappiamo ancora se cambieremo il testo per cantarla in inglese o se porteremo questa versione. Intanto godiamoci questa vittoria», dice Mahmood. «A me piacerebbe portarla in italiano», aggiunge il compagno di avventura.
Una canzone nata per caso. L’estate scorsa i due si sono incontrati per la prima volta nello studio di Michelangelo, il produttore di Blanco. «Lui era al pianoforte e e da un accordo sbagliato è nato il ritornello e ognuno di noi ha scritto le parole della sua parte. Poi mesi dopo ci siamo ritrovati con le strofe, scritte in autonomia. È stato naturale, spontaneo», spiegano alternandosi nel racconto sulla genesi della canzone. Era da anni che al Festival non si vedevano i fan assediare gli hotel come è accaduto a loro. «Prima della finale mi sarei voluto riposare, ma ho sentito dalla finestra che in strada cantavano. Sono uscito perché me lo volevo godere. La musica unisce», racconta Blanchito. Continua il discorso Mahmood: «Era qualcosa che non sentivo da un paio d’anni... Ho di nuovo percepito la voglia di stare insieme della gente che vuole cantare e mostrare affetto».