Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
Le condizioni di Vialli si aggravano, continua la sua lotta contro il cancro
Crescono le preoccupazioni per la salute dell'ex giocatore ricoverato a Londra
Il sole di Londra non riscalda. Né la temperatura atmosferica né i cuori. Soprattutto quelli dei familiari e degli amici di Gianluca Vialli che nella clinica non troppo distante dalla sua casa nella City sta giocando nuovamente la partita più difficile della sua carriera, quella per la vita.
L'ex attaccante continua la sua lotta contro il tumore al pancreas che gli è stato diagnosticato nel 2017 e di cui aveva parlato per la prima volta in un’intervista («Ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla»).
Sabato la visita della madre 87enne, Maria Teresa, e del fratello Nino, poi rientrati a Cremona lunedì per il Natale. A breve, quella della sorella Mila, e forse anche degli altri fratelli Marco e Maffo. Ma sarà vicino a lui anche uno dei suoi più cari amici ovvero Massimo Mauro ex giocatore di Juventus e Napoli e creatore con lui della «Fondazione Vialli e Mauro» contro la Sla. L'ex centrocampista decollerà verso Londra all'ora di pranzo.
C’è poco da girarci intorno: il 14 dicembre l’ex attaccante della Nazionale e di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea ha salutato lo staff di Roberto Mancini — è capo delegazione degli Azzurri — spiegando: «Al termine di una lunga e difficoltosa “trattativa” con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri». All’improvviso, l’aggravamento al punto da essere ricoverato. Non trapela nulla da fonti ufficiali, non ci sono bollettini medici, ma ci sono le terapie di una battaglia che continua da cinque anni.
Dopo che il brutto male ha rialzato la testa, Vialli si sta sottoponendo a un nuovo ciclo di terapie che lo stanno provando a livello fisico, ma al tempo stesso non ha nessuna voglia di mollare. La sofferenza di questi anni è stata tanta, la tempra è ancora quella del lottatore che pensava di aver sconfitto il tumore al pancreas manifestatosi nel 2017 e “trattato” con diciassette mesi di chemioterapia e un’operazione. Cure che non sono bastate per debellare "quel compagno di viaggio sgradito", come lo ha definito in più interviste anche per dare una speranza agli altri malati. Aveva paura a cantare vittoria Vialli e purtroppo aveva ragione. La partita per la sua vita ancora una volta l’ex numero 9 la sta giocando mettendoci tutto se stesso, come faceva in campo durante una straordinaria carriera nella quale ha vinto quasi tutto e segnato poco meno di 300 gol tra i diversi club in cui ha giocato — dalla Cremonese alla Sampdoria, dalla Juventus al Chelsea in Inghilterra — e la Nazionale.