Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
La mamma della bimba trovata morta nel catanese ha confessato: "Agito come se qualcuno si fosse impadronito di me"
La gelosia potrebbe essere il movente
Si tenta di capire quale sia il perno che ha fatto scattare in raptus omicida, la tragica morte della bimba di 5 anni scomparsa lunedì a Tremestieri etneo (Catania). A compiere il delitto la madre, Martina Patti, di 23 anni, che in un primo momento aveva raccontato agli inquirenti che la piccola era stata rapita da tre persone armate, poi, dopo le "pressioni esercitate durante gli interrogatori", la confessione: "L'ho uccisa io". La donna ha colpito a morte la figlia al collo e alla schiena con un coltello da cucina, nella sua abitazione a Mascalucia al rientro dall'asilo, poi ha portato e nascosto il cadavere dentro alcuni sacchetti neri della spazzatura in un vicino terreno di campagna abbandonato, cercando di coprirlo con zolle di terra e cenere lavica.
"Agito come se qualcuno si fosse impadronito di me" - "È stato un interrogatorio drammatico di una donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare", agendo come se "qualcuno si fosse impadronito" di lei, dimostrandosi "tutt'altro che fredda e calcolatrice", ha spiegato l'avvocato Gabriele Celesti che difende la 23enne. "Farò incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia. Devo dare atto di grande correttezza ai carabinieri e alla Procura".
Il movente della gelosia - Secondo la Procura, la 23enne non tollerava che "la figlia si affezionasse all'attuale compagna dell'ex convivente" e padre della piccola, Alessandro Nicodemo Del Pozzo, 24 anni. Secondo quanto raccontato da lei stessa, ha colpito la bimba più volte con un coltello da cucina e poi ha messo il corpicino in un sacco, prima di nasconderlo sotto terra. Ha anche precisato di aver "portato a termine l'orrendo crimine in maniera solitaria".