Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
In Italia i matrimoni durano 15 anni
Sono in continua crescita le separazioni e i divorzi in Italia. A rilevarlo e' l'Istat, secondo cui nel 1995, per ogni mille matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, mentre nel 2011 si arriva a 311 separazioni e 182 divorzi. Nel 2011 le separazioni sono state 88.797 e i divorzi 53.806, sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente (+0,7% per le separazioni e -0,7% per i divorzi). L'eta' media alla separazione e' di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 47 e 44 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in eta' piu' mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. Il 72% delle separazioni e il 62,7% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. Il 90,3% delle separazioni di coppie con figli ha previsto l'affido condiviso, modalita' ampiamente prevalente dopo l'introduzione della legge 54/2006. La durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento risulta pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi e' quella consensuale: nel 2011 si sono concluse in questo modo l'84,8% delle separazioni e il 69,4% dei divorzi.
La quota di separazioni giudiziali (15,2% il dato medio nazionale) e' piu' alta nel Mezzogiorno (19,9%) e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione (21,5%). Nel 19,1% delle separazioni e' previsto un assegno mensile per il coniuge (nel 98% dei casi corrisposto dal marito). Tale quota e' piu' alta al Sud e nelle Isole (rispettivamente 24% e 22,1%), mentre nel Nord si attesta al 16%. Gli importi dell'assegno mensile sono, al contrario, mediamente piu' elevati al Nord (562,4 euro) che nel resto del Paese (514,7 euro). Nel 57,6% delle separazioni la casa e' assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito mentre nel 18,8% dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale. (AGI) .