Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
Il dramma di Francesca Neri: "Ho pensato al suicidio, resisto grazie a Claudio"
L'attrice convive con la cistite interstiziale, malattia cronica molto dolorosa
Dopo le commoventi parole del marito Claudio Amendola a "Verissimo": "Mia moglie Francesca Neri è malata. Un dolore fisico enorme. Non ha una malattia chiara, ma ha una difficoltà nel vivere le sue giornate. Starle vicino è il mio compito", l'attrice è tornata a parlare della sua malattia cronica, la cistite interstiziale. Presentando il suo libro "Come carne viva". Francesca ha dichiarato: "La fase acuta è durata tre anni. Non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla, in modo che non sia invalidante. Ho accarezzato l'idea del suicidio, senza Claudio non ce la farei".
Ad aiutarla nel periodo più buio, inaspettatamente, è stato il web. "Io non credo ai social, ma i primi due anni sono stata in una chat di donne che soffrono di questa patologia. Un po' come gli alcolisti anonimi...", ha raccontato la Neri in un'intervista. Dopo l'addio al cinema ha invece trovato poca solidarietà tra i colleghi: "Da una parte c'era incredulità, non capivano come avessi fatto a staccare. Altri dicevano che ero talmente drogata che non mi reggevo in piedi".
Dopo tre anni di calvario, l'attrice è riuscita a trovare un compromesso con la sua malattia: "Ho trovato un equilibrio, che devo difendere. Ho cominciato a privarmi delle cose che potevano scatenare una reazione: aria condizionata, il caldo, certi cibi. La vescica è una parete e se viene lesionata si creano ferite interiori. Le conosco bene, le ho anche nell’anima".
La malattia ha stravolto completamente la sua vita e quella della sua famiglia: "Volevo stare sola, anche per proteggere mio figlio Rocco. Di fatto sono stata via tre anni, anche se ero in casa con loro, ed è la cosa più terribile. Nella fase acuta ha pensato anche di togliersi la vita talmente era insoportabile il dolore. Ha fatto visite di tutti i tipi e ha provato diverse terapie: “Urologia, Agopuntura, ayurveda, nutropuntura, ozonoterapia. Fino al luminare che mi proponeva un massaggio intravaginale. Ma che mi faccio penetrare da uno sconosciuto?”.
Ha anche ammesso che la sua vita sessuale ne ha risentito: “Non ci pensi, ma quando ci pensi è il segno che sei viva. Si inventa un nuovo modo di avere intimità col tuo compagno, ti devi arrangiare”.
"Il dolore più grande è stato per mio figlio, il libro l'ho scritto per lui". Una prova che ha messo a durissima prova anche il suo matrimonio: "Claudio è il mio opposto, eppure eccoci ancora qui dopo 25 anni. Se non avessi avuto questa complicità e questo affetto non ce l'avrei fatta".
Chi soffre di cistite interstiziale o sindrome della vescica dolorosa praticamente attraversa l’inferno a causa del tipo di dolori con cui è costretto a convivere costantemente e a causa del fatto che non ci sono vere e proprie cure, ma solo dei rimedi per cercare di attenuare il disturbo. I sintomi sono simili a quelli degli altri tipi di cistite, ma in questo caso, non avendo un’origine batterica, le analisi microbiologiche risultano negative e dunque l’uso di antibiotici non fa alcun effetto e il dolore, nella maggior parte dei casi, è cronico o comunque ritorna ciclicamente. La comparsa di questa malattia non dipende neanche dallo stress, come avviene invece nelle cistiti più comuni, e non se ne conoscono le cause. È una patologia multifattoriale, che può dipendere da tanti diversi tipi di fattori, come per esempio:
-infezioni recidivanti del tratto urinario;
-malattie sessualmente trasmesse;
-traumi;
-allergie a trattamenti farmacologici;
-cause ormonali;
-cause vascolari;
-cause neurologiche;
-conseguenze di malattie immunitarie.