Dopo la doppia vittoria dell’Italia in Coppa Davis, il 2025 sarà un anno di cambiamento
Disgrazia in un asilo a L'Aquila, auto travolge e uccide un bimbo: Il padre perdona la donna della vettura killer
"E' stata una fatalità, quella donna non ha colpa"
Perdere un figlio è il dolore più intenso che qualsiasi genitore possa provare nella vita. E' successo a Patrizio D'Agostino, il padre del bimbo di 4 anni morto dopo che un'auto gli è piombata addosso mentre giocava nel cortile della scuola dell’infanzia “Primo maggio” a Pile de L’Aquila. In un'intervista il papà della piccola vittima, nonostante la terribile disgrazia, ha dimostrato di aver perdonato la proprietaria della vettura killer: "E' stata una fatalità, un disgrazia. La madre dei gemellini non c'entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata. Si vede che il Signore aveva bisogno di un angelo e ha scelto Tommaso".
L'incidente - La macchina, una Passat, era senza il freno a mano inserito: gli investigatori stanno cercando di capire se per una dimenticanza della proprietaria, che aveva parcheggiato l'auto difronte all'asilo per andare a prendere le sue piccole, o se sia stato un errore meccanico. Nell'incidente è morto Tommaso e sono stati feriti cinque bambini. Oggi arrivano buone notizie sulle condizioni delle due bimbe di 4 anni, trasportate ieri d'urgenza al Policlinico Gemelli di Roma dopo l'incidente. "Le bambine sono in costante miglioramento, stanno rispondendo bene ai trattamenti in corso", fa sapere l'ospedale.
Patrizio D'Agostino ha raccontato il momento in cui ha scoperto la tragedia. "Si può dire che l'abbia vissuta in diretta. Ero sul terrazzo di casa mia quando ho sentito un boato". D'Agostino e la sua famiglia abitano non lontano dall'asilo. "In quel momento ho detto a mia moglie 'è successo qualcosa a Tommaso'. Lei era più calma ma io no", spiega l'uomo che allora si è diretto, insieme alla madre, che abita poco distante, verso l'asilo e ha visto quel gran dispiegamento di ambulanze e vigili del fuoco. "C'era un inferno" - Arrivato dentro la struttura, D'Agostino era stato tranquillizzato da una maestra e stava tornando a casa, ma poco dopo è sopraggiunta la chiamata che lo avvertiva del dramma. Così ha chiamato la moglie, che lo ha raggiunto, e sono andati insieme sul luogo della tragedia. C'era "un inferno. Ho visto una macchina nel giardino dell'asilo. I pompieri erano riusciti a sollevare la vettura con un sistema ad aria compressa e il mio piccolo Tommaso era lì, con gli occhi chiusi, pallido. Non ho nulla da recriminare ai soccorsi, hanno tentato il tutto per tutto". "Oggi - osserva D'Agostino - spero che il mio cucciolo sia davvero morto sul colpo, all'istante, appena finito sotto la macchina. Immaginarlo agonizzante mi toglie il respiro", conclude.
La 38enne, alla guida della Passat ha dichiarato: "Ho lasciato la marcia inserita, ma il freno a mano non ricordo. Ho visto la macchina passare e ho provato a fermarla".
Nella vettura era rimasto il figlio 12enne della donna indagata per omicidio. Il ragazzo ascoltato da uno psicologo non ricorda nulla di quanto è accaduto. Il minore era seduto lato passeggero della macchina che sfrenandosi ha investito i minori protetti da un cancello. La mamma che era alla guida della macchina si era allontanata per riprendere altre due figlie gemelle.
Sarà una consulenza disposta dal pm titolare del fascicolo Stefano Gallo a chiarire se si sia verificato un guasto meccanico oppure il ragazzino involontariamente ha sfrenato il mezzo.
La donna non si dà pace per quanto accaduto, così come i suoi familiari.