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Cina di nuovo in allerta Covid, in lockdown la "città degli iPhone"

Giovedì, 24 Novembre 2022. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Cina di nuovo in allerta Covid, in lockdown la

I residenti di Zhengzhou non possono lasciare l'area a meno che non abbiano un test negativo

Torna l'incubo Covid in Cina, dove mercoledì i nuovi casi hanno toccato i massimi assoluti su base quotidiana dallo scoppio della pandemia. Secondo i dati della Commissione sanitaria nazionale, le infezioni domestiche si sono attestate a quota 31.444, di cui 27.517 asintomatiche. Si tratta di numeri contenuti se si considera quanto accade in altri Paesi, ma rilevanti in Cina dove è ancora seguita la politica della "tolleranza zero", sia pure nella versione dinamica, basata su lockdown, test di massa e quarantena. E che a inizio novembre ha fatto registrare l'ennesima vittima innocente a Lanzhou, dove un bimbo di 3 anni è morto a causa dei ritardi nella macchina dei soccorsi.
Il dato supera i quasi 30mila contagi di metà aprile, nel pieno dei focolai che bloccarono Shanghai per due mesi. All'epoca i picchi avevano interessato anche Pechino e gli importanti hub manifatturieri di Guangzhou e Zhengzhou, già soggetti da giorni a forti restrizioni per circoscrivere i focolai locali.

Zhengzhou, il capoluogo dell'Henan, ha ordinato il lockdown in diversi distretti negli sforzi per riportare sotto controllo i focolai di Covid-19 all'origine delle violenti proteste di martedì notte e di ieri mattina presso il mega impianto della Foxconn. Tale fabbrica soprannomina la "iPhone City" assembla il 70% degli smartphone di Apple.

I residenti del centro di Zhengzhou non possono lasciare l'area a meno che non abbiano un test Covid negativo e il permesso delle autorità locali, il cui consiglio è di non lasciare le proprie case «se non è necessario». Secondo la Commissione sanitaria nazionale, l'Henan ha registrato ieri quasi 700 nuovi contagi.
I disordini all'impianto di Zhengzhou hanno portato diversi dipendenti a distruggere telecamere di sorveglianza e finestre mercoledì mentre centinaia di altri lavoratori protestavano presso lo stabilimento di telefonia, in inedite scene di dissenso in Cina, innescate dalla frustrazione per le stringenti anti-Covid, per i bonus non pagati e per l'accusa di mancata separazione tra i neo assunti e i vecchio personale.

Nei vari video postati sui social, i lavoratori hanno dichiarato di essere stati informati che Foxconn intendeva ritardare il pagamento dei bonus, mentre altri si sono anche lamentati di essere stati costretti a condividere i dormitori con i colleghi risultati positivi al Covid.

Le proteste più grandi si erano placate e la società stava comunicando con i dipendenti coinvolti in proteste minori, con lo scopo di risolvere i problemi e soddisfare le richieste dei lavoratori. Lo stabilimento di Zhengzhou impiega attualmente più di 200'000 persone per realizzare dispositivi della Apple, inclusi gli iPhone 14 Pro e Pro Max.