"STORIA NOTTURNA: LA VISIONE DEL SABBA" di Alma Daddario - il 4 Luglio - Villa di Livia a Roma
All’apice del periodo che vide il fenomeno della caccia alle streghe, furono migliaia le vittime di una strage che avrebbe per sempre segnato la storia. Femminicidio? Certamente la stragrande maggioranza delle vittime era di sesso femminile, i dati tramandati parlano di sessantamila vittime, l’80 % donne, ma l’oscura e raccapricciante vicenda non può essere ricondotta solo a una secolare misoginia tipica delle culture monoteiste. Il periodo che vide l’ascesa della caccia alle streghe è caratterizzato dalla crisi del Cristianesimo, inteso come potere temporale, crisi dello stato medievale, crisi del mondo rurale, una serie di tensioni sociali giunte al culmine tra il 1590 e il 1640, che dopo troppe guerre, carestie e pestilenze necessitavano di un capro espiatorio che distogliesse da idee di ribellione. E il potere, ieri come oggi, per distrarre il popolo dalle vere cause, ne assecondava e amplificava le paure, e i pregiudizi. Ricondurre all’ordine chi cominciava a dubitare di leggi imposte con violenza a scapito dei più deboli, eliminare gli elementi portati alla trasgressione, punendo gli autori di malefici che portavano la fame, la miseria e le epidemie, identificati spesso in donne che semplicemente cercavano di alleviare le sofferenze fisiche facendo uso di erbe medicinali, soccorrendo gratuitamente i più poveri, le stesse erbe che era concesso utilizzare ai monaci. E questo è un altro degli elementi di questa complessa vicenda: l’interdizione allo studio e alla scienza che doveva essere monopolio maschile. Altre volte le accuse erano totalmente inventate, rivolte a contadine che una volta condannate, vedevano i loro terreni, se ne avevano, annessi ai beni della chiesa. Ma i contesti culturali sono vari, le letture del fenomeno tante: si potrebbe fare un viaggio a ritroso sino agli antichi riti sciamanici, ai miti che legano la donna alle divinità legate alla terra, a un cristianesimo rurale legato a riti pagani, alla radice dell’inconscio collettivo dell’umanità. L’ortodossia della Chiesa era la base fondante della società del tempo. I tribunali della Santa Inquisizione nominarono i loro tirapiedi, per far quadrare i conti con quelli che trasgredivano. Così si operò per distruggere quello che non si poteva sottomettere, che poteva sfuggire al controllo e all’ordine.
Alma Daddario, autrice teatrale, giornalista e scrittrice, laureata in “Lingue e letterature straniere”, vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con le testate giornalistiche: Elle, Sipario, Il Messaggero di Sant’Antonio, Orizzonti, La Nuova Ecologia, Global Press, Free Lance International Press, Noi Donne, Tiscali ambiente. Come autrice teatrale nel 1997 per “Siamo tutti…libertini”, regia di Walter Manfrè, ha ricevuto il premio “Stanze Segrete”, e nel 2002 il premio Fondi la Pastora per il testo “Io…Ero”.
Ha inoltre rappresentato: “Albertine o della gelosia”, “L’anima e la voce”, “Le confessioni”, “Ritmo spezzato”, “Mare Nostrum”, “Le attese: moods for love”, “Come nebbia sottile o lieve sogno”, “Matilde di Canossa: la legge, il cuore, la fede”, “Ero e Leandro: ask me no more”, “Pancrazio, la libertà di avere paura”, “Clitennestra”.
Ha pubblicato saggi sulla scrittura creativa, tra i libri: “Notti e giorni”, “Se scrivere potesse dire” , “La nebulosa del Caso Moro” , “Strani frutti e altri racconti” per le edizioni Il Filo, con una nota introduttiva di Dacia Maraini e la prefazione del Prof. Aldo Carotenuto, ripubblicato in edizione ampliata nel 2014, e “Oltre la quarta parete”, raccolta di testi teatrali edito da ChipiùneArt. Con la scrittrice Dacia Maraini ha collaborato, presso il Centro Internazionale Alberto Moravia, alla realizzazione di seminari di drammaturgia. Dal 2003 fa parte della giuria del premio teatrale: “Ombra della Sera” per il Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra. E’ inoltre membro della Consulta Regionale Femminile della Regione Lazio. E’ membro del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea CENDIC, e fa parte della giuria del concorso internazionale di drammaturgia contemporanea: L’Artigogolo, organizzato dall’editrice ChiPiùneArt.
Si occupa di eventi culturali e uffici stampa per la D&C Communication.
STORIA NOTTURNA: LA VISIONE DEL SABBA
di Alma Daddario
con Patrizia Schiavo, Fabrizio Bordignon,
Antonio de Stefano, Sarah Nicolucci,
chitarra e voce Elena d'Elia
inizio ore 18,30
VILLA DI LIVIA - Lauretum
Via della Villa di Livia , Prima Porta – Roma
Info & prenotazioni : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
whatsapp 333 709 7449
Biglietti on line: http://www.liveticket.it/
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