Pezzali, Renga e Nek, tris d'assi in concerto
Noi "duri da battere"
Una festa anni Novanta. Anche se le canzoni che riempiono il concerto abbracciano quasi 30 anni, è quello il riferimento temporale del tour di Max Pezzali, Nek e Francesco Renga che ha debuttato al palasport di Casalecchio-Bologna. Le origini della carriera di Max sono all’inizio del decennio con gli 883. Nek è esploso nel 1996-97 ma ci stava provando da un po’. Allora Renga aveva una carriera rock con i Timoria (peccato che trascuri completamente quel repertorio) e il successo da solista lo ha visto al giro del millennio.
Il concerto che ha dato il via al trio d'assi ha visto generazioni unite dai cori, l'interazione fra i tre, il divertimento. Nek imbraccia basso e chitarra e rimprovera agli altri le scarse conoscenze musicali; i due ironizzano sulla sua fissazione per i dettagli di quel certo suono. Lo spettacolo parte col trio assieme e con la nuova «Duri da battere», il pezzo da cui è nato il progetto che diventerà un disco dal vivo e un programma tv. Da lì in poi è ricerca nel passato. A formazione variabile: in trio, a coppie, come solisti. Una performance che ha proposto 37 brani cantanti dall'inizio alla fine per i fan che li seguono da sempre e ostica: nel pubblico c’è anche chi è fan di uno solo dei tre e degli altri conosce poco. Ha funzionato invece la ricerca di un terreno comune negli arrangiamenti, che ha portato le tre visioni del pop a incontrarsi in un mondo dove si sente il peso delle chitarre. Le voci. Nek e Renga hanno un’estensione che Max non si può permettere. E allora finisce spesso in secondo piano quando eseguono le stesse parti. C’è più equilibrio quando le armonizzazioni, vedi i brani del medley acustico, li portano su strade diverse.