Palma d'oro a Haneke, Grand Prix al "jolly" Garrone
Con "Reality" Garrone vince per la seconda volta, a quattro anni di distanza da "Gomorra", battendo Sorrentino per chi ci tiene proprio alle inutili dispute tipo Coppi-Bartali e Callas-Tebaldi.
E per la seconda volta si impone, dopo il film girato a Rebibbia dei Taviani Orso d'oro a Berlino, un lodatissimo attore carcerato, ergastolano da Oscar, segno di una tendenza: una volta per il neorealismo c'erano gli attori presi dalla strada, oggi dalle patrie galere. Comunque Cannes, che ha deluso molti cinefili, si chiude con la seconda vittoria del maestro Haneke (la prima fu per "Il nastro bianco" nel 2009), per la decima volta sulla Croisette: entra così nella ristretta schiera di chi ha fatto la doppietta, cioè ha vinto due volte la Palma, accanto a Coppola, Imamura, Kusturica, August e i Dardenne. Considerato autore di grande ferocia, cinismo e sadismo nei confronti di tutti noi suoi contemporanei cui ha mostrato funny games impossibili da rimuovere dall'inconscio, il film di oggi (che sarà distribuito da Teodora, una casa indipendente con molto fiuto e molta competenza) mostra un Haneke devastato invece dalla forza dell'amore anche in terza età, tanto che ha voluto i suoi anziani e magistrali divi al suo fianco, Emmanuelle Riva, classe '27, star di "Hiroshima mon amour", e Jean Louis Trintignant, classe '30, tornato al cinema dopo molti anni e molti dolori.