Fiorello spettacolo solidale per i piccoli pazienti
A Roma show benefico per Centro Cure palliative dell'Ospedale Bambino Gesù
Una serata magica all’Auditorium Conciliazione, dove è andato in scena lo show «Stasera Fiorello per la solidarietà» a favore del nuovo Centro di cure palliative pediatriche dell’ospedale Bambino Gesù inaugurato circa un mese fa a Passoscuro.
«Esistono malattie inguaribili ma tutti sono curabili, come sostiene papa Francesco, con la forza del sorriso» ha esordito Fiore, regalando una serata di spensieratezza e riflessione. Appuntamento sold out: tutti in campo, anche i musicisti, oltre a un pubblico variegato, per il reparto che accoglie le famiglie di bambini affetti da malattie senza possibilità di guarigione tra cui alcuni piccoli ucraini in fuga dalla guerra. Dopo un ingresso trionfale con copricapo da centurione, Fiore ha presentato il libro «lezione di vita» «Posti in piedi alla 201», (Edizionidipagina, 102 pp, 15 euro) scritto da Diletta Del Bono, psicoterapeuta scomparsa nel 2020, all’età di 54 anni, dopo una battaglia di un anno e mezzo contro un tumore che lei chiamava «squid», calamaro. Una lotta che non le aveva tolto ironia e speranza. Diletta era un’amica di famiglia e aveva una dote, su tutte, in comune con Fiorello: credeva nella forza del sorriso e nei benefici del buonumore. Le sue tre figlie, Penelope, Charlotte e Fiona, hanno raggiunto lo showman sul palco per abbracciarlo mentre cantava «Se io fossi un angelo» di Lucio Dalla.
Poi ha eseguito brani nella memoria comune, come «Il mio canto libero»o «Il cielo in una stanza» eseguito con Paola Turci, anche lei amica di Diletta Del Bono. Tutto Fiorello: le battute sul servizio militare e sui social, sul politicamente corretto (che non c’è) e sulle abbuffate di Pasqua, giocando a più riprese con il presidente del Coni Giovanni Malagò, seduto in platea e pronto al rimando. Esilarante la carrellata delle «sfighe» vissute dai vari sindaci di Roma: dal blackout nella prima Notte bianca di Veltroni all’esondazione del Tevere con Alemanno, passando dalla Panda rossa di Marino ai cinghiali della Raggi fino a Gualtieri «di cui non si legge nulla». Una battuta anche su Berlusconi e l’ultima stravaganza: il matrimonio finto, «celebrato da Signorini con una 30enne e testimoni falsi (uno in più uno in meno...) in cui si sono stati dichiarati marito e moglie finché Iban non ci separi».
Non potevano mancare le canzoni della tradizione romana, a cui ha accompagnato un commosso ricordo di Gigi Proietti: «Gli volevo molto bene, ho imparato moltissimo osservandolo». Nel corso della serata Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, ha ricordato il drammatico caso del piccolo Alfie Evans, la cui vicenda ha fatto discutere e commosso. Enoc ha ricordato quando papa Francesco la mandò a Liverpool rispondendo alla richiesta dei genitori di Alfie che avrebbero voluto trasferire in Italia il piccolo per continuare le cure dopo aver intrapreso una straziante battaglia legale con medici e giudici britannici. Furono poi costretti a veder morire il figlio, a nemmeno due anni di età, in seguito alla decisione di sospendere i macchinari che ne garantivano la vita. Memore dell’urlo straziante dei genitori di Alfie, Enoc ha concluso: «Chi vuole vivere deve poter vivere. Qui non vogliamo accompagnare alla morte, ma curare fin dove possibile, sperando di poter far tornare i bambini al loro domicilio». Le luci ondeggianti dei cellulari hanno accompagnato spesso le esibizioni, segno di una commozione che ha trovato anche la via di qualche lacrima, nascosta dal buio della platea.