E' morto il regista Ermanno Olmi uno dei più Grandi Maestri del Cinema Italiano.

Lunedì, 07 Maggio 2018. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Eventi, Notizie

Il Cinema Italiano piange Ermanno Olmi

E' morto il regista Ermanno Olmi uno dei più Grandi Maestri del Cinema Italiano.

È morto Ermanno Olmi, il famoso regista di origini bergamasche, autore di films stupendi ed amati, si è spento all'età di 86 anni. Era ricoverato presso l'ospedale di Asiago.
Una vita artistica costellata da importanti riconoscimenti e premi. Palma a Cannes, due Leoni a Venezia, di cui uno alla carriera nel 2008, innumerevoli Nastri e David di Donatello, onorificenze e lauree.
Il Tempo si è fermato, E venne un uomo, La circostanza, l'Albero degli zoccoli, La Leggenda del santo bevitore, Genesi: la creazione e il diluvio, alcuni dei suoi capolavori firmati sia per il cinema che per la televisione.
Tantissimi documantari e cortometraggi, libri come "Ragazzo della Bovisa", Il sentimento della realtà (con Daniela Padoan),
L'apocalisse è un lieto fine - Storia della mia vita e del nostro futuro.

Nato a Bergamo si trasferisce a Milano per seguire i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; contemporaneamente, allo scopo di mantenersi, trova anche un lavoro da fattorino presso la Edisonvolta, dove già lavorava la madre, che gli affida l'organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti, in particolare quelle relative al servizio cinematografico, e gli viene richiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Olmi sfrutta l'occasione per dimostrare la sua intraprendenza e il suo talento con la macchina da presa; pur non avendo praticamente nessuna esperienza alle spalle, tra il 1953 e il 1961 realizza decine di documentari, tra i quali La diga sul ghiacciaio, Tre fili fino a Milano (1958) e Un metro è lungo cinque. In tutti gli oltre quaranta documentari realizzati negli otto anni di lavoro si nota l'attenzione alla condizione degli uomini che lavorano nelle strutture aziendali, un modello interpretativo della realtà che anticipa le caratteristiche peculiari delle future pellicole di Olmi.

Dopo un periodo contrassegnato da lavori non del tutto riusciti come Un certo giorno (1968), I recuperanti (1969), Durante l'estate (1971) e La circostanza (1974), nel 1977 Olmi ritrova l'ispirazione e dà alla luce quello che molti considerano il suo capolavoro assoluto, L'albero degli zoccoli (1978), che si aggiudica la Palma d'oro al Festival di Cannes e il Premio César per il miglior film straniero. Il film getta uno sguardo poetico, ma allo stesso tempo realistico, privo di sentimentalismi, al mondo contadino, l'ambiente nel quale Olmi è nato e cresciuto e al quale è sempre rimasto legato.
Una carriera sempre in crescita per uno dei registi più significativi della cinematografia Italiana.