Vesuvio ancora in fiamme, arriva l'esercito
Il personale impiegato del quarto reggimento carri, fa parte del raggruppamento Campania
Brucia l'Italia e rimane l'emergenza Vesuvio. L’Esercito Italiano è già impegnato nel fronteggiare il vasto incendio che da giorni sta divorando ettari di vegetazione sulle pendici del Vesuvio con quattro pattuglie che operano fra San Sebastiano al Vesuvio ed Ercolano. Ciascuna ha a bordo tre uomini che prestano servizio per quattro turni.
Sono impiegati poi quattro mezzi tattici (VM90) e un mezzo commerciale. Il compito delle pattuglie è fornire supporto alla protezione civile, garantire la viabilità ed essere pronte nell’eventualità si rendesse necessaria una evacuazione.
È emergenza continua sul vulcano che domina Napoli, a fuoco da sabato scorso nonostante il massiccio intervento di canadair ed elicotteri, e gli sforzi di Vigili del Fuoco e Protezione Civile. Ettari ed ettari di bosco e vegetazione continuano ad andare in fumo con le fiamme, alimentate dal vento, difficili da domare.
Tre i fronti del fuoco: Ercolano, Torre del Greco-Boscoreale e Terzigno. A subire i danni provocati dagli incendi, non solo l’area del Parco del Vesuvio, ma anche una riserva naturale come quella degli Astroni e Positano, una delle perle della Costiera Amalfitana. Qualche piccolo focolaio è stato avvistato anche a Napoli città. Quasi accertata la natura dolosa delle fiamme sul Vesuvio. Tre le procure che indagano: Torre Annunziata, Nola e Napoli. L’ipotesi è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti. Le indagini si potrebbero avvalere anche di immagini girate dall’alto.
«Faremo di tutto per catturare i colpevoli. Napoli non merita questa immagine, e se qualcuno ha incendiato il Vesuvio - ha detto il procuratore reggente Nunzio Fragliasso - lo voglio vedere in carcere per 15 anni». In serata, dopo un comitato per l’ordine e la sicurezza tenuto a Napoli, arriva il via libera all’utilizzo dell’esercito. dopo il primo invio di stasera, nei prossimi giorni «verrà ampliata la presenza dei militari nelle situazioni più critiche, in un’ottica di prevenzione».