Eroe a 19 anni, ucciso per proteggere la mamma dall'ex compagno
La professoressa: "Difendere gli altri era il tuo motto"
"Un alunno meraviglioso, buono, gentile, sempre sorridente e bello. Difendere gli altri era il tuo motto e te lo sei portato addosso sino ad oggi e per sempre". Con queste parole Luisa Usala, insegnante dell'Istituto tecnico Ianas di Tortolì, ricorda il suo studente Mirko Farci, il ventenne ucciso mentre tentava di difendere sua madre - che è in fin di vita in ospedale - dalla furia di Masih Shahid, 29enne pakistano ex compagno della donna. Shahid, arrestato qualche ora dopo l'omicidio, ha confessato, ma si è difeso dicendo di essere stato a sua volta aggredito proprio da Mirko.
La docente ha affidato una lunga lettera rivolta al ragazzo a Facebook: "Mi dicesti che tu a casa ci stavi davvero bene, ed è proprio lì che ti ha tolto la serenità quel mostro che altro non può chiamarsi - aggiunge Usala -. Oggi vestiamo un lutto così grande e profondo, a scuola tutti in un silenzio assordante, tutti uniti nel dolore e nel rispetto, tutti con un cuore logorato da questo mondo così strano che dal bello in un attimo passa al crudele. Oggi tutti a pregare e meditare, a capire perché tutto ci sembri spesso così lontano da noi ma molte volte è più vicino di quanto si pensi. Oggi piango per te che sei stato tra gli alunni più rispettosi e gentili, buoni e fiduciosi nella vita, volenteroso e amato da tutti".
Masih Shahid, il 29enne pakistano che all'alba di martedì si è introdotto nella casa di Tortolì della ex compagna, Paola Piras, di 50 anni, accoltellandola e poi uccidendo il figlio di lei, Mirko, che si era gettato sulla mamma per difenderla, ha confessato. Lo ha fatto davanti alla Pm Giovanna Morra e al suo legale Saverio Mereu, nella sede dei carabinieri della Compagnia di Tortolì, in cui ha fornito la sua versione dei fatti e ha cercato di attenuare le sue responsabilità: l'operaio ha infatti raccontato di essere stato a sua volta aggredito all'interno dell'appartamento, dove si era introdotto arrampicandosi su un pluviale e rompendo il vetro di un finestra. Contro di lui, secondo il suo racconto, si sarebbe scagliato proprio Mirko che gli avrebbe lanciato un vaso di fiori in testa.
Il 29enne ha inferto 17 coltellate al giovane studente e ha martoriato il corpo della madre. La donna ora lotta per la sopravvivenza all'ospedale di Lanusei. Presente all'interrogatorio anche il medico legale Matteo Nioi che ha visitato il 29enne, per accertare se il racconto sia compatibile con eventuali ferite sul corpo. Il coltello usato per l'omicidio e per il tentato omicidio - queste le accuse mosse dalla Procura di Lanusei - è stato ritrovato dagli investigatori: si tratta di un coltello da cucina che appartiene alla famiglia. Gli inquirenti ora dovranno capire se è stato prelevato nell'appartamento di Paola Piras o nella pizzeria al piano terra gestita dalla sorella della vittima.
Sarà eseguita giovedì l'autopsia sul cadavere di Mirko. L'ha disposto, per chiarire l'esatta dinamica del delitto, il sostituto procuratore di Lanusei, Giovanna Pina Morra, che coordina le indagini. La salma di Mirko è stata trasferita nel cimitero di Quartu Sant'Elena, alle porte di Cagliari.
Riposa in Pace giovane guerriero!