Terence Hill ricorda emozionato l'amico Bud nel giorno del funerale

Venerdì, 01 Luglio 2016. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Terence Hill ricorda emozionato l'amico Bud nel giorno del funerale

"Con lui c'era la gioia, mai un litigio"

Folla e un grandissimo applauso ha salutato l'ingresso del feretro alla Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo a Roma durante i funerali di Carlo Pedersoli,  alias Bud Spencer.

Innumerevoli si erano radunati da tempo per l'ultimo addio all'attore e un banda ha suonato la musica dei suoi film. Tra i primi ad arrivare, anche Terence Hill entrato da una scala laterale per evitare l'assedio delle telecamere. Commosso, è entrato in silenzio non rispondendo ai giornalisti. Tra gli altri, Dario Argento, Nino Benvenuti, Giovanna Ralli e i fratelli Vanzina.     

Il ricordo d'un emozionato Terence Hill. «Con Bud c'era la gioia e so già che quando ci rincontreremo le prime parole che mi dirà saranno 'noi non abbiamo mai litigato!'». Così Terence Hill, commosso ma anche sereno nel ricordare con gioia l'amico, ha chiuso il suo breve intervento alla fine del funerale di Carlo Perdersoli, Bud Spencer, che si è tenuto questa mattina alla Chiesa degli Artisti di Roma. «Bud ogni volta che ci vedevamo o che mi invitava a mangiare gli spaghetti a casa sua mi ricordava che non avevamo mai litigato - ha aggiunto -. La ragione è che ci rispettavamo e ci amavamo e insieme ci divertivamo». Hill che è intervenuto dopo i ricordi, fra gli altri dei figli di Carlo Pedersoli, ha reso omaggio a Bud Spencer raccontando anche la prima volta che si sono incontrati sul set di 'Dio perdona, io nò. «Carlo stava girando un film in Spagna con Giuseppe Colizzi, 'Il cane il gatto e la volpè (primo titolo di quello che poi è diventato 'Dio perdona io nò, ndr). Bud era il cane e l'attore che rappresentava nella storia il gatto si ruppe una gamba allora mi chiamarono per sostituirlo. Appena arrivato sul set Colizzi mi ha detto 'spogliatì, mi ha dato la maglia, il cappello e la pistola e mi ha presentato Carlo. La prima scena è stata subito una scazzottata. In quel film abbiamo inventato anche il modo di cadere, che poi abbiamo insegnato al 'messicanò del film 'Lo chiamavano Trinità' che di botte ne prendeva tante». E ha spiegato «vi ho raccontato questo aneddoto divertente, perché quando Giuseppe (figlio di Carlo Pedersoli, ndr), mi ha chiamato per dirmi che Bud era morto io ero ad Almeria nello stesso identico posto dove ci siamo incontrati la prima volta. Dopo il dispiacere e il dolore è arrivata una grande calma perché ho capito che niente succede per caso».