RIFIUTI RICICLABILI - ANCHE BICI ELETTRICHE E STUFE
La nuova normativa raddoppierà i prodotti che potranno essere recuperati: unʼoperazione che creerà 15mila posti di lavoro e darà un forte taglio allʼemissione dei gas serra.
Inserimento, grazie al decreto legislativo 49/2014, di altri rifiuti elettrici ed elettronici sinora ignorati come stufe, bici elettriche, carte di credito nella categoria degli apparecchi riciclabili, che tra l'altro potrebbero creare almeno 15mila posti di lavoro.
"Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l'Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari", ha commentato il direttore generale di Remedia, Danilo Bonato.
La necessità di riciclare, d'altra parte, è evidente se si guarda alla crescita dei Raee, alimentata dall'aumento del progresso e del benessere su scala mondiale. Secondo il rapporto "Global E-waste Monitor" diffuso dall'Onu a fine 2017, i rifiuti elettronici nel 2016 hanno raggiunto i 44,7 milioni di tonnellate a livello globale, un peso pari a 9 volte quello della piramide egiziana di Cheope, o a 4.500 torri Eiffel.
In media viene riciclato nel mondo solo un dispositivo su cinque. Il dato, oltre a porre un problema di inquinamento, rappresenta uno spreco di metalli preziosi come oro, argento e rame. Il valore stimato dei materiali recuperabili nella spazzatura elettronica - calcola l'Onu - è di 55 miliardi di dollari, un valore superiore al Pil di molte nazioni.
Gas serra: 2,5 milioni di tonnellate in meno - Lo assicura il consorzio Remedia, che si occupa della gestione di questo tipo di rifiuti: la novità, dicono gli esperti, darà un taglio ai gas serra pari a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.