Laura Pausini accusata a Miami da manifestanti cubani: "Comunista e castrista"
Sotto accusa per una foto del 2018 in cui appare con alcuni membri della Sicurezza di Stato
Laura Pausini avrebbe dovuto esibirsi a Miami insieme ad altri artisti per l'evento "Amor a la Musica". Una presenza annullata dopo il malore durante la finale all'Eurovision e la scoperta di essere positiva al Covid. Ma intanto nella città della Florida è andata in scena una protesta da parte del gruppo di dissidenti anti-castristi che ha preso di mira proprio la cantante italiana, accusata di essere una fiancheggiatrice del governo comunista cubano di Miguel Diaz-Canel.
La rabbia degli esuli cubani proviene da una foto scattata nel 2018 che ritrae la Pausini ("molto felice", come ha affermato l'attivista Miguel Saavedra) in posa assieme ad alcuni membri del controspionaggio cubano, le forze speciali fondate da Fidel Castro nel 1959 che, secondo le voci più critiche, verrebbero utilizzate dal governo per reprimere il dissenso della popolazione.
Nel quartiere Little Havana di Miami i manifestanti hanno messo in atto la contestazione, utilizzando un rullo compressore per distruggere i cd di Laura Pausini e mostrando cartelli con inequivocabili messaggi come "Laura Pausini, castrista, comunista, amica di Díaz-Canel" o "Laura Pausini fuori da Miami".
La protesta contro la cantante si aggiunge a quella contro la storica e popolare orchestra cubana Los Van Van, che si è esibita in un teatro a Pembroke Pines, vicino a Miami. Il gruppo Actions 4 Freedom aveva anche presentato una petizione su Change.org per chiedere l'annullamento dell’evento in quanto la band "ha sostenuto la dittatura cubana e collaborato con il governo".
Nel caso di Laura Pausini, con ogni probabilità la politica c’entra poco: da tempi non sospetti, per la cantante italiana Cuba – come, del resto, l’intera America Latina – rappresenta un mercato di importanza cruciale tanto che, allo stato attuale, la sua produzione in spagnolo supera di gran lunga quella in italiano. Tanto per rendere conto della fama di cui Pausini gode nel subcontinente, è sufficiente menzionare a un dato: ha vinto 4 Latin Grammy – nel 2005, nel 2007, nel 2009 e, quasi dieci anni dopo, nel 2018 –, i riconoscimenti più importanti dell’industria musicale latina. Più che uno schierarsi con il castrismo, insomma, l’impressione è che Pausini si limiti a intrattenere delle buone relazioni con un Paese in cui, al netto di ogni ragione politica, è considerata una superstar in piena regola.