I sub morti a Palinuro fatale il cambio di percorso
Il corpo di Andrea Pedroni era attaccato a una roccia all'ingresso della grotta: se solo si fosse girato sarebbe riuscito a uscire e a mettersi in salvo. Ma Andrea, come gli altri del gruppo, aveva perso l'orientamento. Il suo è stato il primo cadavere a essere riportato a galla.
I quattro sub si sarebbero immersi con un gruppo di nove persone alle 11.30 di sabato mattina. L'escursione sarebbe dovuta durare una ventina di minuti. Ma solo in cinque sono riusciti a uscire e sono stati loro a lanciare l'allarme. Saranno poi i sommozzatori della Guardia Costiera e dei vigili del fuoco a riportare a galla uno ad uno corpi.
Quattro morti che potevano essere evitate se qualcuno del gruppo non avesse scelto difare un percorso alternativo che li ha fatti trovare in uno stretto budello di roccia fuori percorso.
Per gli inquirenti sono due le ipotesi più accreditate. Uno dei sub potrebbe aver sbagliato strada o forse potrebbe aver volontariamente preso la direzione proibita affascinato dall'incanto della grotta e la guida lo avrebbe seguito per bloccarlo, o è stata la stessa guida, Andrea Pedroni, ad aver sbagliato direzione. Le pinne avrebbero toccato la parete fangosa sollevando limo e, in pochi minuti, la grotta sarebbe stata invasa dal fango. Una situazione difficile da gestire anche per il sub più esperto.
Tutto il resto è venuto da sé: l'intero gruppo è stato travolto dal fango, i più fortunati (Maria Laura Mosquera, Salvatore Passato, Giuseppe Mastroranni e i due istruttori Marco Sebastiani e Stefano D'Avec) sono riusciti a uscire, gli altri hanno perso l'orientamento e sono morti per annegamento. Secondo gli esperti, che stanno aiutando gli inquirenti a comprendere la dinamica, i quattro sub sarebbero morti in 10 minuti. Il panico avrebbe giocato a loro sfavore: si sarebbero agitati nel tentativo di uscire e così avrebbero non solo smosso maggiori quantità di fango ma avrebbero consumato anche più ossigeno. Ossigeno che non sarebbe bastato che per dieci minuti.