Green Pass illimitato per chi ha la terza dose dall'1 febbraio
Le nuove misure andranno ad ogni modo prima discusse a livello politico e poi inserite in un decreto
Il green pass rilasciato a guariti e vaccinati con tre dosi non avrà scadenza. La scelta del governo è fatta, nei prossimi giorni — dopo il parere del Comitato tecnico scientifico — si modificherà il decreto in vigore che prevedeva dal 1° febbraio una validità di sei mesi.
La curva epidemiologica non appare ancora in discesa, il bollettino registra 167.206 nuovi casi, 426 morti e un tasso di positività al 15,2 ma il ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso di accogliere le sollecitazioni dei presidenti di Regione e ha firmato l’ordinanza che consente a chi arriva in Italia dai Paesi dell’Unione Europea di entrare senza il tampone ma soltanto esibendo la certificazione verde. Si allarga anche la lista degli Stati dove sarà possibile andare per turismo con il «corridoio Covid free».
Il green pass
Dal 1° febbraio il green pass avrà validità sei mesi dall’ultima somministrazione. Le agenzie regolatorie Ema e Aifa non hanno però autorizzato la quarta dose e dunque chi ha già completato il ciclo vaccinale rimane senza certificazione. Per questo si è deciso di sospendere la scadenza e renderlo illimitato fino a che non sarà stabilito se sia necessario fare un ulteriore richiamo.
Per chi ha una o due dosi rimane dunque la scadenza di sei mesi, per gli altri non sarà previsto un limite, visto che la terza dose era stata autorizzata a metà settembre e già da metà marzo non ci sarebbe copertura. Il Cts dovrà comunque esprimersi per indirizzare le decisioni del governo soprattutto per quanto riguarda i guariti che hanno già ricevuto due dosi, oppure chi aveva fatto il vaccino monodose.
I Paesi Ue
Il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che dal 1 febbraio al 15 marzo consente a chi arriva da uno Stato dell’Unione Europea di non effettuare il tampone. La regola di imporre un test antigenico (valido 48 ore) oppure molecolare (valido 72 ore) associato al green pass per chi arrivava dall’estero — compresa la Ue — era stata introdotta prima delle vacanze di Natale, quando la morsa del Covid-19 aveva fatto esplodere i contagi. Una scelta che aveva provocato uno scontro con Bruxelles ma il presidente del Consiglio Mario Draghi l’aveva difesa sostenendo come fosse «necessaria una precauzione in più per salvaguardare la situazione epidemiologica, decisamente migliore rispetto a quella di tanti altri Paesi vicini».
Zone a colori abolite
Tra i punti fermi del confronto Governo Regioni c’è inoltre il superamento del sistema dei colori delle Regioni (ancorati al tasso di ospedalizzazione dei pazienti Covid) che ci accompagnano dal novembre del 2020.
Tanto più ora che le misure restrittive nella fascia bianca, gialla e arancione sono quasi identiche. Potrebbe restare solo la zona rossa mentre le zone «bianche», «gialle» e «arancioni» saranno archiviate definitivamente. Resterà comunque il monitoraggio dei positivi e dei ricoveri, anche se in questa ultima voce saranno “sottratti” tutti quei pazienti che risultano positivi, ma sono ricoverati per altre ragioni (un infarto, un trauma ecc.).