Ferrari storica contraffatta, nei guai il noto collezionista Roddaro e il suo collaboratore Veneziani
Condannati a un anno di reclusione. Gli avvocati: "Non siamo riusciti a spiegare una prassi in voga nell'ambiente"
Falso in atto pubblico. Questo il reato di cui si sono macchiati Claudio Roddaro, pilota amatoriale 42enne di nazionalità belga (ma con indirizzo nel principato di Monaco) e il suo collaboratore italiano, Sergio Veneziani, 73 anni. I due sono stati condannati a un anno di reclusione (con pena sospesa e non menzione della condanna nella casellario). Motivo? Avevano taroccato la più celebre e rara Ferrari 250 Gran Turismo “ricarrozzandola” con la scocca di un altro modello, la Ferrari 330 Gt. In questo modo, Roddaro e Veneziani hanno ottenuto una certificazione di rilevanza storica rilasciata dall’Asi.
Tuttavia le indagini, che sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Ferrara, hanno dimostrato che quel certificato dell’Asi aveva recepito un’indicazione falsa. Perché appunto il telaio indicava una Ferrari 250 Gt ma la carrozzeria era della Ferrari meno nota, la 330 Gt. E se quest’ultima ha un valore che parte da circa 250mila euro per arrivare a quasi 700mila euro, la prima (la leggendaria 250 Gt) sul mercato si trova a cifre molto più alte, tra gli 8 e gli 11 milioni di euro. L’Asi ha quindi annullato il certificato, mentre la finanza ha recuperato sia i documenti prodotti per ottenere prima il certificato di rilevanza storica, poi il certificato di approvazione e infine il libretto. La giudice Maria Chiara Lombardo ha quindi stabilito, per Roddaro e Veneziani, la pena di un anno (pena sospesa, mentre il pm Aghemo aveva chiesto un anno e mezzo). «E’ stato un equivoco», hanno spiegato gli avvocati delle difese, Stefano Massè e Filippo Disanto.