Dopo l'assalto al Congresso di Washington, Trump considerato un pericolo per il paese

Giovedì, 07 Gennaio 2021. Nelle categorie Cronaca, Primo Piano, Notizie

Dopo l'assalto al Congresso di Washington, Trump considerato un pericolo per il paese

4 morti e 52 arrestati il bilancio dell'irruzione a Capitol Hill

Scontri all'interno del Campidoglio nel giorno in cui Camera e Senato hanno certificato la vittoria di Biden e Harris. Trump: "Questo succede se una vittoria è strappata ai patrioti". Si dimette il vice consigliere per la sicurezza nazionale. Poi a notte fonda assicura: "Transizione ordinaria fino al giuramento", in programma il 20 gennaio. Alla Casa Bianca si ragiona sul 25esimo emendamento della Costituzione che consente di esautorarlo.
Quattro morti, 13 feriti e 52 arresti. Sono questi i numeri – ancora provvisori – di una delle giornate più difficili per la storia della democrazia americana, con i sostenitori di Donald Trump che hanno invaso Washington e assaltato Capitol Hill mentre deputati e senatori erano riuniti per ratificare la vittoria del democratico Joe Biden, prossimo presidente degli Usa. Il Congresso americano è stato trasformato in un campo di battaglia, con i parlamentari costretti a fuggire indossando maschere anti-gas e la polizia armi in pugno contro i manifestanti che sono riusciti ad entrare fino all’emiciclo e hanno invaso anche alcuni uffici, compreso quello della speaker Nancy Pelosi. Il capo della polizia di Washington, Robert Contee, nel corso di una conferenza stampa, ha fatto sapere che dei 52 arrestati 4 lo sono stati per possesso di pistole, uno per possesso di arma proibita, 47 per violazione del coprifuoco e ingresso illegale al Congresso.
Dopo una sospensione durata alcune ore, è poi ripresa la sessione congiunta per la certificazione dei voti di Biden. Aprendo la nuova seduta, il vice-presidente Mike Pence ha condannato duramente l’assalto dei sostenitori di Trump: “Non avete vinto, la violenza non vince mai“, ha detto prendendo così le distanze da quanto avvenuto, anche grazie alle parole incendiare del presidente, che dopo l’assalto ha tuonato di nuovo. “Questo succede se una vittoria è strappata ai patrioti”, uno dei suoi tweet. E il tycoon ha anche continuato a telefonare ai senatori per chiedere loro di andare avanti con la presentazione delle obiezioni alla certificazione del successo di Biden, ma il Senato le ha progressivamente respinte. Alle 3.33, ora di Washington, con i tre voti del Vermont, il democratico ha superato la quota di 270 voti elettorali e quindi il Congresso lo ha proclamato vincitore. Biden e Kamala Harris giureranno il 20 gennaio. “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”, ha affermato Trump a notte fonda in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.
L’atteggiamento di Trump – condannato da tutti i suoi predecessori, compreso George W. Bush jr – è destinato ad avere ripercussioni nei prossimi 14 giorni, gli ultimi della sua presidenza. E perfino dentro la Casa Bianca c’è chi si è spinto a ragionare attorno al 25esimo emendamento della Costituzione, che consentirebbe di esautorare il tycoon dei suoi poteri. Tra i primi effetti c’è stata la decisione del vice consigliere di Trump per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger, che ha presentato le sue dimissioni. Ma l’elenco è destinato ad allungarsi già nelle prossime ore. Intanto il sindaco di Washington Muriel Bowser ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Biden, confermando anche il coprifuoco. L’allarme però resta alto, dopo un assalto costato 4 morti – tre per emergenze mediche oltre alla veterana dell’aeronautica fan di Trump, colpita al petto dal colpo di pistola di un agente – e 52 arresti. Nella notte, tra l’altro, sono state trovate e disinnescate dall’Fbi due bombe artigianali vicino ai quartieri generali del partito repubblicano e democratico nel centro di Washington.